Oggi compio 43 anni, un età un po' esagerata per la mia giovinezza interiore, però fisicamente non vi nascondo che si fa sentire,
ho smesso di giocare a calcetto perché non riuscivo più a correre dietro i trentenni e questo è uno dei primi viaggi in cui spesso
torniamo in albergo il pomeriggio per riposare un oretta e riprenderci dalle fatiche. Per festeggiare il mio compleanno andremo
a visitare una piantagione da te, dato che non ne ho mai vista una sono curioso.
La colazione in questo hotel è meno abbondante del solito, ma comunque accettabile, i sapori sono buoni e le cose cucinata con attenzione,
peccato ci sia piccante dappertutto, cosa che già dal mattino è un tantino esagerata, ne approfitterò per tenermi leggero e comprare
poi un dolce in pasticceria.
Comincio ad abituarmi a questa cosa di farsi asciugare il sudore dal getto dell'aria condizionata, tanto non c'è verso di scappare,
fuori ci sono 36 gradi con un'umidità da foresta amazzonica, e nelle metro ed i locali chiusi getti di aria condizionata gelida,
meglio assecondarli ed asciugarsi subito, così da rinforzare anche il fisico agli sbalzi di temperatura.
Ancora non riesco a farmi un'dea dell'età delle donne coreana, ci sono persone che alla vista posso considerare a tutti gli
effetti vecchie e poi ci sono tutte le altre che vivono in una specie di limbo di età indefinibile, non si capisce come si passi
direttamente dalle ragazzine alle anziane ricurve, mentre la fascia intermedia non ha alcuna età comprensibile, sarà colpa delle
plastiche ed i rifacimenti facili?
Delle mie coetanee non saprei proprio come riconoscerle.
Nonostante sia prima mattina, gli anziani già affollano le stazioni delle metropolitane, hanno pedane per dormire, libri da leggere,
la tv con il telegiornale ed il Wi-Fi gratuito, un buon modo per passare la giornata al fresco con gli amici, un buon modo di vivere
la terza età senza troppa solitudine. Molte di queste persone aprono anche delle piccole bancarelle sotto la metropolitana e vendono
cose da mangiare, artigianato o cose vecchie da dismettere.
Le piantagioni di tè si trovano tutte nella zona di
Boseong, un po' di chilometri a sud di Gwangju verso il mare, per raggiungerle
prenderemo i soliti bus che collegano le zone del paese.
Il bus che ci porterà a Boseong è comodissimo, ha grandi poltrone in pelle reclinabili e la tv che trasmette il telegiornale, stanno
parlando dell'italia e fanno vedere alla te parlano dell'Italia e fanno vedere un luogo imprecisato dove hanno costruito una terribile
copia della torre di Pisa.
Nel servizio successivo, mostrano un allevamento di galline dove usano un auto radiocomandata, che trasporta il cibo delle galline e
che corre lungo un percorso in modo che le galline, mentre inseguono il cibo si tengono in forma.
Fino a Boseong abbiamo ronfato alla grande, il bus ci ha lasciato in una stazione degli autobus semi deserta con un solo addetto e
nessuna informazione turistica, le scritte sono tutte in coreano e nessuno qui sembra riuscire a capire cosa sia l'inglese, nemmeno
l'addetto ai biglietti dei bus.
Ci ho provato in tutti i modi a fargli capire in inglese dove volevamo andare, ma dopo un'interminabile discordo in cui mi rispondeva
soltanto in coreano è arrivata l'illuminazione, la parola green seguita subito dopo da quella tea, deve avergli aperto la mente.
Dove voleva che andassero due turisti stranieri? Così senza proferire ulteriore parola ci ha fatto due biglietti senza alcuna indicazione
del bus da prendere e ci ha salutato, abbandonandoci al nostro destino.
Chiaramente c'è un solo bus ogni ora è l'abbiamo appena perso, ci toccherà aspettare con gli unici due anziani presenti in una sala
d'attesa al caldo e con la puzza dei motori degli autobus, che restano accesi per l'aria condizionata.
Sembra di essere fuori dal mondo in un luogo fantastico dove tutto è immobile a parte gli anziani che si sventolano e parlano una
lingua incomprensibile.
Per fortuna abbiamo notato su un muro laterale della zona del parcheggio, due scritte dove una qualche anima pia aveva tradotto
le scritte per noi poveri stranieri, così adesso sappiamo che scritta ci sarà sul nostro autobus, quando ad un orario imprecisato
si degnerà di venire a prenderci.
Dopo un ora interminabile nella quale non abbiamo fatto altro che guardare il nulla che ci si presentava, abbiamo trovato il nostro bus,
all'interno ci sono lo straccio per lavare a terra ed il secchio con i detersivi, l'ho visto in molti autobus locali, forse lo usano
gli autisti per pulire a fine turno o quando qualcuno sporca l'autobus.
Prima di salire alla fattoria del te verde
Boseong Green Tea Field Daehan Dawon, ci siamo fermati nella zona dove sostano gli
autobus e le auto ed abbiamo subito preso un gelato al tè verde.
Devo dire che è stato veramente piacevole e molto gustoso, simile ad un gelato artigianale al matcha. Se vi capita, fermatevi un attimo
nell'area di sosta e provatelo, sarà un piacevole ricordo.
Se non le avete mai viste, le piantagioni da tè sono uno spettacolo meraviglioso, nonostante gli infiniti scalini che vi toccherà
percorrere se volete salire a vedere il panorama dall'alto.
Sono dei filari infiniti che ornano tutte la montagne circostanti, mostrando un paesaggio di un verde così rigoglioso da sembrare surreale.
Se si vuole si può salire fino in cima alle alture, percorrendo dei bei sentieri tra scalini ed infiniti filari di piante da tè
ed in cima si riesce a vedere fino al mare, nonostante ci sia una foschia dovuta all'umidità.
Le piante di te non hanno una forma particolare, sembrano delle classiche piante da aiuola verdi, con foglie anche molto grandi,
so che per il raccolto si usano soprattutto le foglie giovani della parte superiore della pianta, ma non ho idea di come si faccia
e nemmeno credo che ce lo spiegheranno.
La discesa oltre ad essere meno faticosa per ovvi motivi fisici è tutta attraverso un sentiero immerso nel bosco, dove ci siamo
ripresi dal caldo infernale e dalle fatiche della salita sotto il sole cocente.
E' da poco passata l'ora di pranzo e quindi ci fermiamo al ristorante della fattoria per mangiare qualcosa.
Qui fanno tutto a base di te verde, il riso al tè verde, gli spaghetti al tè verde, perfino la cotoletta di maiale è al tè verde.
Nei locali in corea usano dei bicchieri in metallo, che bisogna prendere da soli direttamente dallo sterilizzatore a luce ultravioletta,
così prendiamo due bicchieri ed approfittiamo dell'acqua fredda sempre gratuita per ristorarci dal gran caldo.
Io ho ordinato uno
Jakang, in pratica delle tagliatelle al tè verde con un sugo di patata dolce, carne, cipolla e qualche altro
ingrediente sconosciuto che gli da un retrogusto dolciastro. Il sapore è strepitoso ed ovviamente si tratta di un piatto molto estivo
e rinfrescante.
Simona ha invece scelto degli spaghettini al tè verde verdi in un un brodo molto delicato e freddo, tanto freddo che nella ciotola
ci sono anche i cubetti di ghiaccio. Credo si sia innamorata di questa pasta fredda coreana, perché la cerca spesso, dice che è
fantastica nelle giornate calde e comincio a credere che abbia ragione.
Chiaramente vicino, si possono prendere gratuitamente i soliti sottaceti gialli di cui ci siamo innamorati ed il kimchi piccante che
non può mai mancare sulle tavole coreane. Le patatine fritte sono un'aggiunta al menu che completano il pranzo con qualcosa di grasso,
non possiamo mica rovinare la nostra linea.
Sotto la pensilina del bus c'è una vecchietta che ascolta musica in viva voce dal cellulare e balla da sola, è davvero spettacolare,
trasmette tranquillità e spensieratezza, tanto che io e Simona non riusciamo a smettere di guardarla.
Da alcune parole giapponesi della canzone che ascoltava e dal fatto che le pronunciasse, ho intuito che la signora comprendesse
il giapponese e così ho intavolato una conversazione basilare di conoscenza che però la signora ha deviato su un complicatissimo
discorso sugli dei, la preghiera, il tempo che passa e tante e troppe cose collegate, tanto che il discorso è diventato incomprensibile,
tra me con il mio giapponese primitivo e la signora che lo conosceva appena.
Tutte le domande fatte sono rimaste senza risposta e spesso le risposte date ed ottenute non sono provenute da nessuna domanda.
Un caos che è terminato quando la signora improvvisamente ha deciso di rimettere la musica ed ha ripreso a ballare le canzoni dei
manga giapponesi.
Gli autisti dei bus coreani, quando salgono sull'autobus si tolgono le scarpe e guidano con le pantofole da doccia, mi sfugge il
concetto di come possano essere più sicure di un paio di scarpe allacciate, ma evidentemente avranno una normativa da rispettare
o più semplicemente sono dei temerari.
Tornati a Gwangju, passeggiamo in città in cerca di un posto dove fermarsi per cena, qui non mi pare ci sia la moda di rifarsi
completamente come su al nord, le ragazze sono infatti molto diverse di aspetto tra loro e si riescono a distinguere dal modello
chirurgico di moda. Sto scoprendo che esiste anche una certa differenza nei tratti somatici e che ci sono molte ragazze davvero belle.
Di fronte alla grande fontana, c'è un quartiere fatto di piccole stradine luminose e piene zeppe di negozi alla moda, fino
alle 22:00 si può fare shopping, comprare cosmetici e maschere di bellezza per il viso ed il corpo e mangiare nelle migliaia di
ristoranti presenti in ogni vicolo.
Stasera ci prendiamo un rischio enorme, pensando che la Corea è molto vicina al Giappone, vogliamo entrare in un ristorante Giapponese
e provare a mangiare un ramen, sperando di non rimanere delusi.
Il ristorante è una steakhouse mista ad una
ramenya giapponese, ma il ramen che ci ha servito è talmente deludente da farmi rimpiangere
alcuni ristoranti di ramen italiani. Un brodo completamente insapore, e della carne di maiale così magra come non si era mai vista
in un rame, anche l'uovo sodo era troppo sodo e non messo a marinare nella salsa di soya, insomma una delusione totale che è aumentata
quando per secondo gli abbiamo chiesto delle bistecche. Non ci crederete ma avevano finito la carne, una steakhouse che non aveva carne
da cuocere, ma allora perché era aperta e soprattutto perché doveva rovinare proprio la mia cena di compleanno?
Per festeggiare comunque la mia veneranda età ci siamo infilati in una pasticceria, una di quelle catene francesi che si trovano
ovunque in oriente. Qui i dolci ed il pane sono sempre ottimi e si possono mangiare cose che in Europa non si trovano, infatti ho
preso una cheesecake Frances, non quella fredda che vendono in Europa, ma una torta cotta e spumosa con la crema al formaggio che
mi fa impazzire. Ci ho infilato l'unica candeline che abbiamo rimediato in città ed ho espresso un desiderio che non posso rivelare.