Una nuova e nuvolosa giornata si palesa tra le montagne verdi ed i colorati motel del sesso che si vedono dalla finestra della nostra camera rosa, decidiamo di scendere un secondo al supermercato 24 ore per fare una colazione salata, prima di affrontare la dura giornata di vacanza.
Improvvisamente al nostro passare le cicale cominciano ad urlare con il loro frastuono assordante e riempiono il silenzio surreale dei vicoli che al mattino sembrano quelli di una città deserta da film western.
Nei garage degli hotel del sesso sono nascoste da teloni a mezza altezza le auto dei clienti che non si sono ancora alzati per andare a lavoro o tornare a casa propria.
Noi non abbiamo un vero progetto per la giornata, faremo di nuovo un giro al vecchio mercato e poi ci dedicheremo al cibo ed a passeggiate senza una vera meta.
Lungo le strade, in piccoli chioschi, bui, vecchi ed anneriti, dove non entra la luce del sole, ci sono minuscoli vecchietti incurvati dagli anni che riparano le scarpe, sembra come se avessero passato tutta la vita chiusi dentro quel loculi senza luce e non aver mai affrontato il cambiamento del mondo tutto intorno. Sono una sorta di anomalie temporali in cui osservare un periodo storico ormai finito da tempo.
Negli autobus i sedili gialli sono riservati agli anziani o ai disabili, quelli rosa alle madri incinta, gli altri per tutte le categorie di persone e nessuno occupa i posti degli altri, i turisti sono davvero pochi e la gente vive una calma costante, non ci sono autobus affollati ne metropolitane, perché non servirebbero.
Su tutti i marciapiedi si può circolare in bici ed usare gli attraversamenti pedonali per superare gli incroci. I pochi sottopassaggi che ci sono, sono illuminati a giorno anche di notte e puliti, nessuno si sognerebbe di utilizzarli come bagni pubblici, cosa che succede in Italia dove ormai sono tutti quanti chiusi o pericolosi da attraversare.
Le aiuole sono tutte curate e di fronte ai negozi ci sono fioriere con fiori in perfetto stato di salute, mi chiedo chi si occupi di innaffiarli, dato che non ho visto nessun servizio di giardinaggio cittadino in giro per le strade.
Nei centri commerciali ci sono moltissimi addetti alle vendite, appena guardi qualcosa si avvicinano e cercano di concludere una vendita, spesso i coreani contrattano anche sul prezzo, ma dato la forza della nostra moneta i prezzi ci sembrano già abbastanza bassi per poterci mettere a contrattare, così siamo ben felici di comprare a prezzo pieno.
Con 35€ ho comprato una camicia in cotone a manica lunga, un giacchetto traspirante sportivo ed uno zaino mono spalla.
Sui tetti dei centri commerciali e di alcuni edifici troverete i garage per le auto, infatti se continuate a salire le scale mobili, vi troverete molto spesso in ampi parcheggi dove sono parcheggiate solo berline lussuose e Suv enormi. Per quello che so i coreani sono un popolo molto ricco, anche se l’altra faccia della medaglia è che ci sono però persone in uno stato di povertà estremo, che vivono di lavoro anche fino ad un età avanzata.
Mentre cammini per strada ti accorgi di essere in un altro mondo quando vedi che dappertutto c’è una pista ciclabile e quando scopri che ci sono fermate del bus con l’aria condizionata ed uno schermo gigante che fornisce dettagli su tutti i bus cittadini, chiaramente in coreano.
Capisco che quando i turisti vengono in italia, ed in particolar modo a Roma, possono pensare di trovarsi davvero nel terzo mondo, in una società che si è davvero fermata alt tempo del Cesari, forse lo facciamo per rendere migliore l’esperienza turistica a chi è interessato all’impero romano.

Al mercato di Jeonju non credo abbiano mai visto un turista europeo, ci guardano con sospetto mentre noi osserviamo stupiti un continuo alternarsi di banchi di frutta verdura, pesci secchi o freschi poggiati per terra su dei teli tra le mosche, macellai e gente che cucina kimchi piccante ed altre verdure, per poi venderlo ai passanti che vanno a fare la spesa.
Al centro del mercato di sono delle panchine grandi di legno dove gli anziani si siedono e consumano il cibo comprato presso i banchi del mercato, spesso sono gli stessi venditori in pausa pranzo che consumano un pasto fugace in attesa di tornare al lavoro.
Una coppia di vecchietti che dall’aspetto sembrano essere vicini ad un centinaio di anni di età, mangiano insieme il loro pasto da una vaschetta di plastica, a turno lentamente pescano un po’ di cibo e lo portano con mano tremolante alla bocca, sono consumati dal tempo e dalla fatica non si curano più di andare di fretta.
Quando finiscono di mangiare, la vecchia signora non ha nemmeno la forza di alzarsi dalla panca per tornare al proprio banco di verdura, lo fa per abitudine e forse per necessità, con una difficoltà che mi mette una certa tristezza.
Non c’è l’aria di festa dei mercati comuni, ma più che altro tanta tristezza negli occhi degli anziani che lavorano e di quelli che frequentano il mercato. Hanno tutti gli occhi spenti e stanchi, ci sono pochi clienti e poche vendite, nei localini che cucinano nel retrobottega, i tavoli sono quasi tutti vuoti, la gente preferisce i centri commerciali che sorgono tutto intorno al mercato, con l’aria condizionata, le offerte strepitose ed un minimo contatto umano.
Lasciato il mercato, cerchiamo un piccolo ristorante dove mangiare, qui in Corea è facile esagerare con il cibo, quindi bisogna fare attenzione, oggi con 23€ in due, per poco non ci facevano scoppiare di cibo, ci hanno servito due ciotole giganti di udon con kimchi, udon con carne, una cotoletta di maiale al formaggio ed una porzione di ravioli cinesi fritti, più i soliti sottaceti gratis da riprendere tutte le volte che uno vuole, il metodo migliore per prendere 2 chili.

Con questo pranzo abbiamo capito cosa significava quando ci dicevano che in corea si mangia piccante, venti minuti dopo il pranzo sto ancora lacrimando e dire che avevamo scelto dai disegni quello con meno peperoncini disegnati. Non oso nemmeno pensare cosa sarebbe stato la versione con tre peperoncini, prevedo che passero dei brutti quarti d’ora, domani, quando troverò un bagno.
Gli avvisi di emergenza che arrivano all’unisono su tutti i cellulari presenti nei dintorni, mettono una certa ansia, soprattutto perché sono scritti in coreano e non si possono tradurre, potrebbe esserci qualsiasi catastrofe imminente e non riusciremmo a capirlo. Quindi la prima cosa che faccio quando sento squillare tutti i telefono ed appare il messaggio misterioso è guardare gli occhi della gente tutta intorno, per capire se sono o meno allarmati e se dobbiamo scappare da qualche parte, per fortuna sembrano calmi, quindi si tratterà di qualche avviso sul caldo estremo.

Per passare il pomeriggio siamo andati a fare una passeggiata nel Deonkjin park, un parco cittadino, costruito ai margini di un enorme laghetto dove è possibile passeggiare tra i fiori di loto in fiore e sentirne l’odore diffondersi nell’aria calda. Passeggiando su pontili di legno si attrarranno varie zone del lago e si passa vicino a dei padiglioni di legno dove la gente si ferma per rilassarsi ed osservare il paesaggio. In uno enorme sostiamo per un pò di tempo, insieme ad un paio di anziane signore ed due giovani ragazze, da qui non si sente nessun rumore della città e sembra quasi di esserne estranei. Si sente il cinguettio degli uccelli ed il canto feroce delle cicale che a tratti impazziscono riempiendo tutto con le loro urla intense. Non scambiamo che sorrisi e qualche parola con le persone che sostano con noi sul padiglione di legno sospeso sul lago, ma la presenza di nessuno sembra infastidire o invadere la pace degli altri, siamo esistenze parallele che si sfiorano dolcemente nel nostro momento di rilassante intimità.
Per ritornare nella zona dell’albergo prendiamo i soliti autobus semivuoti, le strade sono libere e gli autisti guidano come se fossero in formula uno, prendono le curve in velocità e se non ti reggi bene o non stai seduto, puoi finire disteso per terra facendo una figuraccia davanti agli anziani che sembrano ben saldi ed immobili sui loro sedili.
Tornati in camera seguiamo la routine classica matrimoniale delle coppie consolidate, io faccio il bagno nella vasca morbidosa triangolare e Simona dorme sul letto.
Per cena ritentiamo l’esperienza di un locale di barbecue. Un vero barbecue coreano è una esperienza fantastica, per circa 18€ a persona ci hanno servito 5 differenti tagli di carne di manzo tenerissimi, più una bistecca, tutto da cuocere su un braciere centrale, con un refill gratuito ed infinito di verdure e sottaceti da aggiungere alla carne, il riso bianco per accompagnare al posto del pane, e le immancabili foglie per prepararsi gli involtini con carne e le verdure. Un’esperienza così piacevole e conviviale che dovete assolutamente fare se venite in Corea del Sud, e pure se riuscite a trovare in patria un vero ristorante coreano.
Il nostro love Hotel luccica nella notte stellata, prima di prendere l’ascensore per salire in camera, potete prepararvi nella zona relax dei popcorn, il caffè o un toast, i preservativi sono invece inclusi nel kit di benvenuto che vi forniscono al check-in.
Il proprietario di solito non si mostra ai clienti, rimane nascosto, ma dato che siamo gli stranieri del love hotel, ci saluta dalla finestrella quadrata di 30x30 centimetri che usa per parlare agli ospiti, inchinandosi più volte. Anche se volesse chiacchierare non potrebbe perché non conosce una parola di inglese e con il traduttore automatico, era stata un’esperienza traumatica già in precedenza.
Ci abbandoniamo alla notte ed alla comodità del letto e ci prepariamo ad abbandonare domani questa tranquilla cittadina.