Oggi è il giorno della ripartenza da Gyeongju, il cielo è azzurro e limpido e non si vede in cielo nemmeno una nuvola. La signora ha voluto stupirci preparato la zuppa tipica con i ravioli che ci ha regalato subito un ultimo momento di gioia, prima di doversi salutare, forse per sempre.
Sulla soglia della sua magnifica casa eravamo davvero molto triti, tanto da dover sfoderare un sorriso di circostanza che forse traspare anche nelle foto, lei stessa ha voluto che avessimo una foto ricordo fuori dalla casa, ma la cosa che non avremo voluto dimenticare era anche il suo sorriso, così ci è sembrato il minimo chiederle di posare insieme a noi per un selfie, un ultimo piacevole ricordo da poter stampare ed ogni tanto rivedere.
Avremmo dovuto trascinarci i trolley per qualche chilometro ed attraversare tutto il villaggio Hanok sotto il sole già cocente, con le ruote puntualmente incastrate tra i sassolini, ma la signora ci ha stupito accorra una volta, ha voluto a tutti i costi accompagnarci in auto fino in stazione e nonostante le abbiamo spiegato che non non avremmo mai voluto arrecarle disturbo, abbiamo dovuto cedere alla suo gesto generoso.
Tutto il viaggio è stato pieno di un silenzio assordante e pesante in cui si percepiva tutta la tristezza di un distacco, della fine di una vacanza e di un addio. Mentre l’auto scorreva lentamente lungo le strade del villaggio, guardavo con distacco le case dai tetti aguzzi che ci lasciavamo dietro di noi e la signora che guidava dietro un paio di occhiali scuri. Avrei voluto intavolare una qualche sorta di discussione, rompere il silenzio con le parole e con qualche battuta, ma non ci sono riuscito, la tristezza è stata più forte di qualsiasi discorso ed ogni parola mi è sembrata superflua. Quando siamo arrivati alla stazione, i grazie sono state le uniche cose che sono riuscito a pronunciare, così lei è ripartita, lasciandoci immobili li sulla banchina con le valigie ed un carico di ricordi.
Mentre l’auto si allontanava lungo la strada, l’unica cosa che ricordo e il nostro gesto di saluto con la manina, contrapposto al suo, poi l’auto diventava sempre più piccola e lontana fino a sparire dietro una qualche curva oltre l’orizzonte.
La permanenza in una casa tipica è costata più di qualsiasi albergo, ma è un’esperienza che consiglio a tutti di fare. Dormire sul pavimento e fare tutto stando seduti per terra può sembrare scomodo, e lo è tutte le volte che devi alzarti per prendere qualcosa.
Al punto che spesso rinunci a farlo o ti trascini sul pavimento pur di non dover compiere quel gesto così faticoso per le ginocchia e per la mente che non è abituata a fartelo compiere, ma è anche qualcosa a ciò ci si abitua. Si piò però capire la bellezza di questo tipo di case soprattutto in inverno, quando il pavimento è riscaldando ed è ancora più piacevole starsene seduti o stesi su una superficie che emana tepore.
Trovandoci in stazione con quasi due ore di anticipo rispetto la nostro autobus, non c’è modo di contenere la smania di Simona di non voler perdere due ore in stazione, è talmente insistente che mi viene il dubbio che non stia impazzendo, così per accontentarla tentiamo di farci cambiare il biglietto con quello del pullman precedente.
L’addetto non parla uno splendido inglese ed è davvero difficile comprendersi, per qualche strano motivo insiste che non può cambiarci il biglietto con quello dell’autobus precedente, perché non è previsto, così sconfitto mi allontano dalla biglietteria e riprendo la discussione con Simona che sembra non voler sentire ragioni.
Nell’imbarazzo più totale, deciso a non voler sopportare ancora le lamentele di Simona, scelgo di riprovare con la biglietteria, che data la mia insistenza, tira fuori una specie di soluzione che a conti fatti non mi sembra così economica.
Dice che deve annullarmi i biglietti precedenti, altrimenti non può rifarceli e quindi mi ritrovo con due biglietti di corsa annullata, due biglietti per l’autobus precedente e la modica cifra da sborsare di altri 56.600 won.
Insomma un solo viaggio ci è costato quanto due biglietti dell’autobus extra lusso con le morbide poltrone letto in pelle bianca solo perché Simona non poteva perdere un ora in stazione.
Abbiamo la nostra scorta di bevande per il viaggio ed i dolcetti tipici avanzati e per fortuna l’autobus standard prevede comunque comode poltrone con inserti in pelle ed uno spazio umano che consente a chiunque, anche le persone più alte di mettersi comodi e stravaccati. Forse considerata la colazione abbondante non avremo dovuto comprare anche altre cibarie, ma la vacanza è anche concedersi tutto il cibo che si riesce ad ingurgitare nei poi giorni di libertà dalla vita comune.
Non siamo ancora partiti, ma c’è già chi sta dormendo senza il minimo pudore, quindi decidiamo di imitarlo. Non essendo un aereo, posso addormentarmi senza che la paura del volo mi affligga, così, abbassiamo le poltrone reclinabili, tiriamo fuori dalla parte sottostante la poltrona i reggi polpacci in pelle e dalla poltrona avanti alla nostra il comodo poggiapiedi e ci stendiamo per risvegliarci direttamente a Seoul.
Purtroppo non è andata come avevamo previsto, a metà del viaggio ci hanno svegliato per la pausa di quindici minuti e ci siamo ritrovati confusi e sbadiglianti in un enorme area di sosta autobus, con centinaia di ristoranti e bagni profumati.
Dopo esserci dedicati ai bagni, abbiamo decido che era necessario fare uno spuntino di metà mattinata, così in uno dei tanti chioschi di cibo, abbiamo preso dei
Topokki con fettine di tofu.
I Topokki sono diventati per noi una specie di droga e sono sicuro che una volta tornati a Roma, saranno una delle cose di cui sentiremo di più la mancanza. Questi gnocchi cilindrici di riso, un pò gommosetti, immersi un una salsa dolce, agra e piccantissima, sono qualcosa di incredibile, ed al solo pensiero mi viene voglia di mangiarli.
Il tempo su Seul è di un grigio scuro che mette malinconia, lo stesso grigio che ricopre la monotona colorazione dei quartieri residenziali di Seoul. Sono tantissimi agglomerati di grattacieli a scopo abitativo che somigliano a piccole città dormitorio, dove non c’è niente e l’alienazione si respira nell’aria. Forse mi sbaglio perché non conosco davvero come si vive in queste realtà, ma nonostante alla base di questi enormi lotti di grattacieli ci siano sempre dei piccoli parchi giochi per bambini, campi sportivi ed altre comodità condivise dal lotto abitativo, la sensazione è di un luogo dove ci si reca a dormire, ben lontano dalla vitalità che offrono i quartieri del centro, brulicanti di vita, negozi e mercati.
Oggi, 20 agosto 2017 è un giorno speciale in Corea, dopo molti anni in cui erano stati sospesi gli incontri tra parenti divisi dalla separazione delle due Coree, i governi dei due paesi hanno deciso di riprendere le giornate di ricongiungimento. Tramite una sorta di lotteria con prenotazione, dando precedenza alle persone molto anziane, vengono scelte delle persone che potranno stare insieme per un’intera giornata, per poi dividersi nuovamente la sera.
Solo in questo giorno speciale, le persone scelte, potranno varcare il confine ed incontrarsi in una zona neutra per riabbracciarsi dopo più di moltissimi anni che non si vedono. La maggior parte delle persone muoiono con la speranza di riuscire a vincere un posto in questa lotteria e non rivedranno mai più i propri cari, mentre i più fortunati, avranno la possibilità di incontrarli e stare insieme a loro per un intera giornata.
I telegiornali non parlano di altro ed anche quello trasmesso dal nostro autobus si concentra sulla notizia, mostrando le scene strazianti di questi incontri, c’è una vecchia signora che rivede il figlio, ormai anziano, dopo più di 50 anni di separazione forzata.
Noi le osserviamo commossi, con le lacrime agli occhi ed immaginiamo che nonostante la gioia, stasera quando verranno di nuovo separati, saranno consapevoli che non riusciranno mai più ad incontrarsi in vita.
La vecchietta che abbraccia e bacia suo figlio ormai anziano è una di quelle scene che non mi toglierò più dalla mente, un ricordo indelebile, di gioia e dolore, che si è legato profondamente al bagaglio di cose che mi porterò dentro con questo viaggio.
Arrivati in città, nonostante il caldo afoso, la colazione abbondante, la seconda colazione e lo spuntino di metà mattina, la prima cosa che ci è venuta in mente, prima ancora di portare le valigie in albergo è di fermarci a pranzare.
Volevamo ordinare qualcosa di nuovo, ma quando non hanno menu inglesi, e l’unica parola che distingui è un park, è difficile capire di che maiale si tratti ed in che modo sia preparato, così ci siamo ritrovati di nuovo una cotoletta di maiale gigante, a cui per fortuna abbiamo aggiunto due zuppe di spaghetti in ghiaccio con verdure, di cui ormai conosciamo il nome.
La mia versione è quella piccante, ed è inondata di salsa affumicata piccante coreana, ma ormai ci ho fatto l’abitudine e non mi causa più imbarazzo, posso resistere a tutti i loro cibi senza battere ciglio, ma lacrimando e soffiandomi il naso in continuazione.
Anche questa zuppa fredda sarà qualcosa che mi mancherà molto a Roma, perché credo che non sarà così facile prepararla a casa ne trovarla nei pochi ristoranti coreani che propongono una cucina molto diversa da quella che si trova in Corea.
E’ dolce, è fresca, è salata, è piccante, un misto di cose che rendono un piatto davvero speciale.
Siamo tornati nella città delle ragazze con le facce di gomma e le tette a bandiera, si reggono sospese a 90 gradi dal corpo contro ogni principio della gravità terrestre. Qui un po’ si rassomigliano tutte, è difficile distinguerle, perché con le plastiche facciali tendono ad avvicinarsi allo stesso modello di volto, a perdere le particolartià o i difetti che le distinguevano e le rendevano bellissime e diverse.
Non sembra fare troppo caldo, perlomeno meno di quello che abbiamo sofferto nei giorni precedenti e nella nostra permanenza a Seoul all’inizio del viaggio, ma non si sa mai come può cambiare, siamo pur sempre ad agosto. La camera nel nostro hotel non è ancora pronta, nonostante siano le 14:22 ci tocca aspettare nella hall che finiscano di prepararla. Siamo tornati nello stesso albergo, perché già sappiamo che è favoloso e che la colazione è abbondante e piena di cose diverse da mangiare, sono gli ultimi giorni e dobbiamo coccolarci il più possibile.
Dovendo comprare un trolley aggiuntivo, per riportarci tutte le cose comprate e quelle che compreremo in questi ultimi giorni, abbiamo deciso di fare un salto in centro, dove interi quartieri sono dei veri e propri mercati che non si limitano alla vendita per strada, ma si estendono negli edifici per molti piani.
Se avete tempo e voglia, potete passare intere settimane a girare tra negozi di souvenir, abbigliamento e qualsiasi altra cosa vi passi per la testa, tanto c’è tutto e vendono tutto. Potete perfino mettervi a trattare sui prezzi esposti ed ottenere degli sconti, perché sono abituati a farlo e quindi non lo vedranno come qualcosa di insolito o fastidioso.
Abbiamo contrattato molto per il trolley ed infinite volte ce ne siamo andati per poi ritornare a guardarlo, alla fine il venditore ci ha chiesto quando avremmo voluto pagarlo ed ha lasciato che fossimo noi stessi a fare il prezzo.
Per un trolley in carbonato, di quelli enormi, ho proposto 50.000 won, al cambio credo poco più di 40€, il venditore mi ha guardato un attimo e poi ha detto che andava bene e mi ha consegnato il prodotto con un gran sorriso. Ne avrebbe voluti 70.000, ma credo che anche con i 50.000, abbia avuto il suo bel guadagno. La cosa bella e che nonostante sia un mercato, tutti accettano la carta di credito senza fare alcun problema, non ho idea di che commissioni ci siano, ne che obblighi legali, ma è normale per loro poter accettare un pagamento con le carte.
Per sicurezza sto usando una prepagata della Hype, mi fa comodo perché in tempo reale posso anche controllare il resoconto della spesa in euro e capire se sto sforando i budget che mi ero imposto per le spese di viaggio.
Per pura curiosità, entriamo da Shinsegai, un centro commerciale del lusso sfrenato, ci sono tutte le migliori marche del mondo e moltissima gente vestita in maniera stravagante che compra cose a prezzi che non mi sognerei mai di spendere. Conosco molta gente comune che comunque amerebbe comprare una borsa da 1000€ o delle scarpe di marca, ma noi preferiamo spendere i soldi per un’esperienza di viaggio simile, da poter raccontare, piuttosto di una borsa che avrei anche paura ad usare per non rovinarla.
Da uno specchio noto la mia strana immagine, indosso una maglia tecnica verde antisudore ed il pantaloncino mimetico, sembro uscito da un safari in Africa e mi sento del tutto fuori luogo ad aggirarmi tra i negozi di
Cartier,
Rolex,
Panerai e
Tagheuer. In realtà, nonostante mi piacciono gli orologi, quello che sto cercando davvero è il bagno.
Al piano interrato ci sono tantissimi ristoranti e negozi di cibo di tutti i tipi, e molti stand che sembrano famosi, vendono prodotti italiani. Grossi forni a legna, sfornano una sorta di pizze dall’aspetto davvero orribile, fanno pasta e lasagne preconfezionate e panini all’italiana in un posto che si chiama
V&N.
La gente del luogo ed i turisti che sono tutti orientali, sembrano molto colpiti e contenti di poter mangiare queste cose, io invece mi soffermo sulla trascrizione del logo che recita “vecchia & nuovo”, di sicuro un fraintendimento della lingua italiana e del significato delle parole femminili e maschili. Non credo volessero raccontare nel loro logo di una vecchia signora, ma piuttosto di un Brand che vende cose tradizionali e moderne, ma non hanno consultato un italiano e sono caduti in questo neanche tanto piccolo equivoco.
Anche la frutta ha un costo eccessivo, cinque Percoche costano 15.000won, ma non dipende dal lusso del mega centro commerciale per ricchi, è proprio il costo che ha la frutta in Corea, un anguria, ad esempio, può costare, nonostante siamo in pieno agosto, anche 15.000 won.
Dopo aver passeggiato per ore tra i negozi ed i mercati, abbiamo deciso di dedicarci una bella cena coreana ed uno dei piatti che più ci ha colpito in questa vacanza è il famoso barbecue coreano, un modo conviviale di vivere il barbecue con gli altri commensali che cercheremo di imitare in qualche cena casalinga.
La differenza di questo barbecue, è però nel formaggio fuso, Simona è dall’inizio vacanza che vuole provare questa variante del barbecue e finalmente è arrivato il momento. Dalla foga di provarlo, ho completamente dimenticato di fare delle foto, ma se volete alla fine del racconto posterò il link al video di Seoul che monterò appena ritornati a Roma e pubblicherò sul mio canale YouTube.
Il barbecue coreano al formaggio è molto simile a quello classico, al centro di un tavolo rotondo, pieno di piattini di verdure, sottaceti, zuppe e riso, c’è un braciere con una cappa tonda che pende dal soffitto.
Il braciere ha però hai bordi delle vaschette dove viene tagliato del formaggio che con il calore si fonderà completamente. I commensali devono cuocere la carne nel braciere centrale, poi passarla nel formaggio, girandola in modo che si avvolga attorno alla carne ed infine prepararsi un involtino con le foglie di verdura disponibili, il riso e gli altri ingredienti che ritengono interessanti.
Questa variante è più grassa per via del formaggio, ma molto saporita e se venite in Corea, vi consiglio di provarla almeno una volta.
Tornati in albergo, nonostante la cena abbondante, mi sono fatto convincere da Simona a prendere i soba in brodo che l’albergo offre gratuitamente a tutti gli ospiti fino alle ore 23:00. La bellezza di questa catena
Dormy Inn, a parte la pulizia e l’eleganza, il bagno giapponese disponibile a tutte le ore e la colazione infinita, sono queste piccole accortezze, come i soba la sera e bevande nella hall per tutto il giorno. Prima di crollare nel sonno più profondo, andrò a rilassarmi nel bagno caldo dell’albergo, mi serve a scaricare la tensione ed è un ottimo luogo dove riflettere nella più totale tranquillità, avvolto dai fumi caldi che vengono su dalle vasche piene d’acqua.
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