Stamane il cielo è grigio, l’afa è diminuita, ma il caldo è il solito di sempre, la signora per colazione ha cucinato
cose meno piccanti del solito, ma ho cercato di non esagerare, sto mangiando veramente troppo e sto diventando rotondo.
Oggi abbiamo un volo che ci porterà a
Jeju, un isola tropicale nata intorno ad un vulcano spento,
se ci riusciremo, proveremo anche a fare il bagno al mare, dato che le spiagge sono praticamente bianche come quelle tropicali, l’unica cosa è che si tratta di oceano.
L’aeroporto è piccolissimo e costruito in mezzo ai campi di riso, ci partono contemporaneamente voli di linea, piccoli jet
privati ed aerei militari, se volete mangiare qualcosa fatelo prima dei controlli di sicurezza, perché ai gate non c’è niente, solo il bagno e le sedie per attendere.
Siamo arrivati con due ore di anticipo inutilmente, l’aeroporto è talmente piccolo che bastava arrivare anche poco prima
del volo per passare senza problemi, le code sono inesistenti ed i pochissimi addetti sono terribilmente annoiati, da tempo non vedevano un turista europeo.
Per loro siamo una sorta di novità, ci guardano un tantino sorpresi e non credo sappiano nemmeno cosa sia l'italia,
per ammazzare il tempo ho cercato invano di prendere un caffè dai distributori incartapecoriti che non distribuiscono più niente da chissà quanti anni ormai.
Comunque ho sfruttato il tempo perso per montare un po’ di video del viaggio che pubblicherò dall'albergo stasera.
L'aereo della Koeran airlines è molto nuovo e bello, il personale è cortese ed elegante e dal soffitto scende una sorta di
nebbia gelida che mi sta facendo rimpiangere il caldo afoso dell'esterno.
Il volo per fortuna è stato rapido ed abbastanza indolore, il tempo di alzarsi fno a raggiungere le nuvole ed ha ricominciato
la discesa verso l'isola di Jeju, passando tra meravigliose nuvole a banchi, con i colori e le ombre forti della luce del sole
ed un bel po' di turbolenze che proprio non riesco ad accettare.
Siamo atterrati, finalmente posso tirare un sospiro di sollievo e smettere di trattenere il fiato, la paura del volo non mi lascia
nemmeno quando dobbiamo percorrere tragitti molto brevi al di sotto dell’ora di volo. In tutta la durata del volo la
ragazza al posto davanti al mio si è fatta dieci selfie ed ora mentre raggiungiamo il gate si sta sistemando i capelli per farsene qualcun altro,
che cosa dovrà mai farci con tutte queste foto? Devono essere un pò malate di narcisismo queste nuove generazioni di giovani social.
Quest’isola oltre ad essere piena di meraviglie mondiali per la natura dichiarate dall'UNESCO, sembra un immenso parco giochi,
infatti hanno costruito moltissime attrazioni turistiche. Ci sono parchi acquatici e divertimenti, sottomarini e parchi per kayak,
musei africani con safari, musei dell’amore e tante altre cose. Ci si può anche immergere indossando dei caschi e camminare sui fondali marini.
Sembra tutto molto turistico a tema estate al mare e siamo finiti in un ristorante di pasta e pesce, aiuto.
Fanno la pasta con i frutti di mare, ma c’è scritto che è piccante, già sto tremando all’idea, ho chiesto infatti alla cameriera se si
può avere poco piccante e mi ha assicurato che non ci sono problemi.
Come giustamente temevo, era talmente piccante che ho ancora il naso che mi cola e gli occhi che mi lacrimano senza sosta, l’idea di non piccante
o poco piccante in corea è assolutamente diversa da quella nostra.
L’hotel è un po’ vecchio, non pulitissimo e ridotto male,si trova in un quartiere vecchio e trasandato, ma almeno abbiamo pagato pochissimo,
125000 won per tre giorni, quindi possiamo anche far finta di niente ed accontentarci.
Ci informiamo per andare sul cratere, non ci sono visite guidate ma dicono ci sia un sentiero che percorrono tutti, sono 1099 metri, 4 ore di
cammino in salita e tre in discesa, Simona è ancora indecisa se andarci o meno, ma conto di convincerla.
Decidiamo di andare subito in spiaggia, ne scegliamo una bianca tra quelle sulla mappa turistica dell’isola, ma è difficile ottenere un itinerario
con il navigatore che continua a cambiare percorso, ogni volta che lo consultiamo ci dice che ci vogliono 2 ore e 20 minuti, nonostante
l’autobus cittadino che abbiamo preso stia viaggiando da molto tempo.
Scesi dal primo autobus, raggiungiamo a piedi un’altra zona dove troviamo l’autobus 201 che in 33 fermate per 29 minuti promette di portarci direttamente alla Hamdeok beach.
In effetti non ci ha impiegato più di quaranta minuti, tempo nel quale ci siamo resi conto che l’isola non è poi così piccola come sembra dalle carte geografiche e turistiche.
Al mare sono tutti vestiti, indossano i giubbotti di salvataggio e sono completamente coperti da mute leggerissime. Il fondale è molto basso,
la sabbia bianchissima e ci sono basse scogliere nere, l’acqua è così trasparente da sembrare una piscina. L’ingresso in spiaggia è gratuito e nessuno usa l’ombrellone, ci sono bagnini pubblici ovunque e tutti restano a fare il bagno a riva dove l’acqua non supera le parti basse.
Infatti è vietato allontanarsi ed i bagnini fischiano subito che si avvicina alle boe di sicurezza.
Bisogna restare in una sorta di pozza e starsene a mollo come se fossimo bustine del tè, non appena ci si allontana di un metro, arriva subito
il fischio del bagnino che richiama all'ordine. Quindi ci si bagna in una pozza con un costante stato d'ansia di essere ripresi appena si commette un’irregolarità.
E' un vero peccato che ci siamo spiagge simili a quelle tropicali, sprecate dall'estremo controllo e che non ci si possa fare il bagno in santa
pace e godersi la bellezza di queste acque cristalline, che nonostante siano oceano hanno anche una temperatura piacevole.
Sul lato destro della spiaggia si finisce in una pedana di legno che cammina sugli scogli e ti porta in punti panoramici dove poter ammirare il panorama.
Ovunque ci sono granchi neri ed una sorta di scarafaggi marini corazzati, che si allontanano appena ti avvicini sparendo tra gli scogli.
Dietro la spiaggia ci sono i bagni, le docce, gli spogliatoi e pure gli armadietti per chiudere le cose preziose, si paga una cifra ridicola per prendere
un armadietto e per poter accedere alle docce e posare la proprie cose, diciamo in sicurezza, ma in realtà si possono aprire con una certa facilità.
Al tramonto nel prato adiacente la spiaggia la gente monta delle piccole tende, monta sedie e tavolini ed accende dei barbecue, così con tutta la famiglia resta
a mangiare, mentre il sole che scende nell'acqua dipinge il cielo di colori tra il rosa e l'azzurro.
Alle 18:50, un annuncio avvisa che tutti devono uscire dall'acqua entro le 19:00, perché è sta per terminare l'orario entro il quale si può fare il bagno al mare,
così alle 19:00 in punto non c’è più nessuno e tutti abbandonano le spiagge.
Una cosa che non capisco è perché moltissima gente si faccia centinaia di selfie al giorno, deve essere una sorta di malattia, ogni dieci minuti si fermano,
si mettono in posa e si fanno un selfie.
Qui a Jeju si sta bene, la temperatura di giorno non supera i 29 gradi, c'è sempre un vento piacevole e la sera fa fresco, già comincio a temere il rientro
sulla terra ferma, dove l'aria che si respira sembra l'alito infuocato di un drago e si fatica perfino a passeggiare lungo le strade cittadine.
Abbiamo deciso di fermarci e godere della magnifica vista sul mare, mangiando pesce su una sorta di stabilimento balneare con i tavoli di legno esterni che
arrivano direttamente sul bordo della sabbia. E’ un posto che racchiude molto l’idea di cena estiva al fresco, mentre si ammira il tramonto e l’affacciarsi successivo delle prime stelle.
Il pesce è fresco, d'altronde siamo sul mare in un isola vulcanica dove non mancano i pescatori, i prezzi sono un po’ più alti dello standard solito coreano,
ma è comprensibile, dato che questa è una vera e propria meta turistica estiva.
In due persone abbiamo preso una birra, una zuppa di abalone (mitile in conchiglia grande che si trova soprattutto in oriente), un pesce grigliato gigante
ed antipasti e contorni vari, che sono sempre gratuiti, per poi pagare 37000 won, circa 32€ al cambio.
Passeggiando per ritornare verso la fermata dell’autobus, ci siamo accorti che una delle spiagge era illuminata e piena di persone che urlavano di gioia,
così ci siamo avvicinati ed abbiamo scoperto che un fiume di persone stava facendo il bagno di notte, con tanto di fari accesi, bagnini pubblici per garantire la sicurezza
e dj con la musica. Una cosa simile non l’ho mai vista nemmeno in Italia a Riccione.
Per tornare abbiamo dovuto prendere due autobus, l’ultimo che passa è alle 22:00, dopo di che credo che non ci sia modo di tornare verso il centro abitato
dove ci aspetta il nostro albergo. La cosa importante è che se si prendono due autobus ravvicinati, si può risparmiare sul biglietto del secondo, a volte neanche si paga, per fare questo è sufficiente timbrare la tessera magnetica, sia quando salite che quando scendente dall’autobus, in modo che il sistema possa scalarvi la cifra esatta.
Anche i campi sportivi restano illuminati di notte, nonostante non ci sia quasi nessuno a giocare, li lasciano accesi chi sa per quale ragione, forse non pagano l’elettricità.
Per tornare ci abbiamo impiegato un bel po’ di tempo, ma nonostante si tardi dobbiamo per forza di cose, andare a prendere i panni sporchi ed uscire in cerca di una lavanderia
automatica aperta h24, abbiamo quasi finito tutte le scorte di panni e non possiamo certo andare in giro con gli indumenti sudati, quindi faremo una doccia veloce ed usciremo
in notturna alla ricerca di una lavanderia.
Nella nostra strada ci sono tutti piccolissimi locali, che di giorno non si notavano nemmeno, sono costruzioni basse, con un insegna luminosa al neon,
una scritta in coreano per noi incomprensibile e qualche volta un cuore luminoso.
La porta di ingresso è aperta ma non si vede niente all’interno, c’è solo una fioca illuminazione tendente al rosso, molti di questi locali hanno anche una decorazione a Led
intorno alla porta di ingresso.
Mi affaccio con lo sguardo in ognuno di essi per la curiosità di capire di cosa si tratta, in uno si intravede la luce di un televisore acceso,
c’è un tavolino basso apparecchiato ed all’ingresso ci sono scarpe abbandonate nel corridoio.
Ogni tanto qualcuno ha la porta di ingresso chiusa, poi viene riaperta, ma non si riesce a scorgere anima viva, mi chiedo cosa diavolo saranno?
Dopo un paio di chilometri di vicoli, grazie a google maps abbiamo trovato la lavanderia aperta h24, è molto luminosa ed offre un tavolino per l’attesa del lavaggio,
una distributore di bevande ed un attaccapanni.
Anche fuori dalla lavanderia ci sono gli stessi locali, solo però più luminosi e comincio ad immaginare di cosa si tratti, in uno è appena entrata una ragazza giovane,
che poi è sparita nella penombra del corridoio centrale.
Dopo aver atteso i 40 minuti del lavaggio dei panni e l’asciugatura, li abbiamo piegati e siamo tornati verso l’albergo, dove finalmente ho capito di cosa si trattano
gli infiniti localini o case private addobbate che si trovano per strada.
Si tratta di
locali del sesso, dove poter andare con delle prostitute. In alcuni locali si intravedono sedute per terra delle ragazze,
che attendono annoiate dei clienti, sono sedute attorno ai tavoli di piccole cucine o su dei logori e vecchi salotti.
Tutto in questo quartiere sa di vecchio e stantio, i vecchi edifici mezzi diroccati ed erosi dal tempo e dall'aria salmastra, i locali del sesso improvvisati e logori,
le luci al neon, i corridoi in perenne penombra rossa o verde, le ragazze scalze sedute per terra, le anziane che spazzano per terra nei locali, il nostro albergo logoro e desolato.
E’ una decadenza così evidente e noncurante da risultare affascinante, da entrarmi dentro così violentemente da diventare piacevole, vorrei poter entrare in questi
locali e fotografarli tutti, immortalare la loro bellezza, la penombra, le luci soffuse ed i volti semi nascosti e tenerli tutti per me come ricordo della parte più morta, ma ciò nonostante viva di Jeju.
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