Era da tempo che aspettavo la fine del corso di giapponese, ormai strangolato dalle nuove nozioni da ricordare, i tanti kanji, le corse per raggiungere l'istituto di cultura giapponese e le ore da recuperare al lavoro ma quando è arrivato il fatiidico giorno qualcosa non è andato come previsto.
Appena mi hanno consegnato l'attestato di partecipazione sono stato pervaso da una stranissima sensazione ed una visione diversa dei fatti improvvisamente si è palesata nei miei pensieri.
Per mesi non avrei più rivisto i miei compagni di corso, persone che senza che me ne rendessi conto erano ormai entrate a far parte del mio vivere quotidiano.
Insieme abbiamo passato tantissime ore di incomprensibili nozioni, abbiamo sbagliato, abbiamo riso e qualche volta siamo usciti insieme per andarci ad abbuffare, condividendo una passione comune, l'amore per il Giappone.
Senza la pressione dei corsi e degli insegnanti non so se riusciro ancora a mantenere quell'impegno costante e fare passi avanti nello studio della lingua giapponese, le domeniche passate sui libri si trasformeranno in passeggiate in centro, dormite sul divano o viaggi in cerca di borghi medievali.
Per la prima volta nella mia vita avevo trovato qualcosa capace di tenermi incollato per ore ai libri, come non era mai successo nemmeno ai tempi della scuola.
Qualcosa che mi avvicinava un passo alla volta verso il mio più grande sogno, il Giappone.
Passeranno quattro mesi fino alla ripresa dei corsi e non è detto che al lavoro mi daranno di nuovo il permesso di liberarmi dal lavoro un ora prima, due volte a settimana.
Quello che per molti è stato un arrivederci per me potrebbe essere un addio, dato che come da bambino, non sono libero di decidere della mia vita ma dipendo da qualcuno più in alto, che mi paga lo stipendio a fine mese.