Non ho mai finito una vacanza con tanto desiderio di riabbracciare il mio letto, una stanchezza cronica addosso e questo strano mal di terra che continua a darmi la sensazione di ondeggiare,
come se fossi ancora in barca sul quel mare azzurro come il cielo.
La malinconia che di solito ti prende alla fine di una vacanza, non ha ancora trovato spazio tra sonno e stanchezza, quindi stranamente non mi sono reso conto che sono chiuso tra quattro
mura di una città assolata ed affollata, un tantino sonnecchiante come me.
Ci sono volute infinite ore di sonno perché mi passasse il mal di testa e finalmente il cervello riprendesse a funzionare, una mattinata a letto, cinque lavatrici con i panni che ancora
invadono tutta casa, uno spaghetto alla puttanesca impreziosito dal sapore dei capperi eoliani, un lungo riposo pomeridiano ed otto, forse nove ore di sonno notturne.
Con un occhio aperto ed uno chiuso, mi sono accorto delle tre medaglie olimpiche conquistate dagli italiani nel nuoto, il ciclismo e nella magnifica gara di scherma,
poi di sera, dopo cena mi è presa la voglia di guardare tutte le foto scattate in vacanza per scartare quelle venute male e preparare l'album web da condividere con i compagni di viaggio.
Mi avevano parlato tutti bene di avventure nel mondo, raccontando di viaggi indimenticabili, di posti meravigliosi e di allegre ed instancabili
compagnie di viaggio con uno scopo diverso da quello solito di vacanziere in giro per locali notturni, che dorme fino al pomeriggio e passa il pomeriggio ad oziare in spiaggia.
Così convincendo Simona (la mia compagna di vita ormai da più di un anno), abbiamo prenotato questo viaggio trekking alle isole Eolie
ed armati di zaini pesanti scarponi da trekking, torce e tantissime altre cavolate che ci si porta dietro inutilmente in vacanza, siamo partiti.
E' strano ed un tantino imbarazzante incontrare un gruppo di 23 sconosciuti alla stazione con cui ti troverai a dover condividere un viaggio.
Ventitré nomi che difficilmente riuscirai a ricordare, tanto che ancora oggi, se fossi interrogato riuscirei a sbagliare.
Prima di incontrarli tutti, con Simona avanzavamo pronostici sulla dimensione dei bagagli degli altri partecipanti,
con i nostri due zaini a testa gonfi come se fossero dei palloncini pieni díaria pronti a scoppiare e spargere panni sulla banchina della stazione, immaginavamo dei super esperti
di viaggi avventure con zainetti tattici grandi quanto comuni zaini scolastici, dove perfettamente sistemate avevano riposto tutte le cose che il coordinatore aveva suggerito di portare via email.
Poi rincuorandoci abbiamo scoperto che tutti erano ridotti più o meno come noi, tra cui anche il coordinatore Daniele,
che sorprendentemente gi‡ conoscevo per alcune faticose gite in bici affrontate insieme nei dintorni di Roma.
Una squadra di profughi pronti ad espatriare verso la vacanza, che hanno invaso un intero vagone notte del treno che ci avrebbe portato a Milazzo.
Non c'è stato molto tempo per conoscerci tutti sul viaggio in treno, tranne per l'unica altra coppia del viaggio che ha condiviso
con noi lo stesso scompartimento, Davide e Vera, due simpatici e bravissimi ragazzi con un segreto nascosto che avremmo scoperto soltanto sulle ripide salite in montagna.
Presi dal sonno ci siamo tutti rintanati nelle cuccette per risvegliarci poi a Milazzo dove sarebbe cominciata l'avventura,
ma la notte non è passata liscia, quelle scomode cuccette i rumori del treno e gli scossoni sono riusciti a non farmi chiudere
occhio per tutta la notte, forse sono riuscito a chiudere occhio giusto nel tratto dello stretto di Messina, dove il treno finalmente è rimasto fermo sul traghetto per un po'.
A Milazzo, dopo aver fatto colazione al bar con la prima di una lunga serie di brioche e granita, scoprendo da subito che le colazioni non erano incluse nella cassa comune
prevista dal viaggio avventure, ci siamo imbarcati sul traghetto che ci avrebbe portato alla più grande delle isole Eolie, Lipari.