Sono le sette e siamo già svegli ed affamati, l'aria fuori dalla finestra è come sempre gelida, ci ricorda che in Austria l'estate non è proprio come da noi in Italia.
Oggi passeremo da Innsbruck, una delle mie città austriache preferire ma non credo ci fermeremo per molto tempo ne per la notte.
Stamattina colazione leggera, yogurt con tre tipi diversi di cereali, cappuccino con panino alla marmellata, panino con paté di fegato, succo d'arancia, panino con salumi vari, mini panino al salame e caffè finale. Ora si che posso pedalare o tornarmene a letto ;)
Dopo un chilometro dalla partenza ho cominciato a litigare con la borsa destra, il mio tallone ci sbatteva ad ogni giro di pedale. Così, mi sono dovuto fermare e regolare gli attacchi per spostarla più indietro. È sempre meglio perdere un po' di tempo prima di partire piuttosto che doversi fermare durante il viaggio e smontare tutto appoggiandolo scomodamente per strada.
Ripartito, ho riagganciato Simona più avanti, mi aspettava per infilarci in un bosco che aveva ai bordi della ciclabile rovi di fiorellini viola. Sulla nostra sinistra un impetuosa montagna rocciosa costeggiava parallela la ciclabile. Sulla destra c'era un immensa valle, l'autostrada ed il fiume.
Superata la valle ci siamo addentrati in un altro boschetto cittadino, e subito l'incrocio con un vialetto sterrato, ho notato sulla destra una piccola pista da kart. Sulla pista non correvano i soliti kart ma dei piccoli modellini elettrici di motociclette. Mi sono fermato per un po' ad osservarle piegare in curva e poi rialzarsi nei tratti rettilinei. Non credevo ai miei occhi, come facevano quelle moto senza un pilota a bilanciarle a rialzarsi dopo aver curvato è un mistero che ancora adesso mi affligge e che mi spingerà ad una ricerca più approfondita.
Un appassionato di modellismo statico e dinamico come me non può fermarsi all'apparenza senza conoscere ed aver mai provato un nuovo ed entusiasmate giocattolo.
In un ora è trenta di pedalata da Hatting siamo arrivati ad Innsbruck, qui la ciclabile si divide, da un lato passano i ciclisti, dall'altro i pedoni. Tutto intorno è un susseguirsi di piccoli parchi con panchine, tavoli da picnic, sedie sdraio dove i vecchietti sostano guardando il fiume che scorre lento e rigoglioso. Dall'altro lato del fiume ci sono le stesse case colorate, un'altra ciclabile, una strada e dietro un immensa ed alta montagna rocciosa. Ovunque ci sono rastrelliere per le bici dalle forme bizzarre e moderne, e per ora non si vedono automobili.
La prima parte della città, questa lungo il fiume è dominata da palazzoni moderni con uffici, università, case dello studente ed abitazioni più economiche. Sotto ogni palazzo degli enormi sottoscala simili a garage aperti, ospitano centinaia di bici, le auto qui credo nemmeno possano abitare.
Non è difficile incontrare lungo il tratto cittadino della ciclabile famiglie che passeggiano con il carrozzino o disabili che hanno un posto dove poter girare anche da soli senza correre i pericoli che offrono nelle città italiane e che spesso li costringono a vivere chiusi in casa.
Qui è tutto così perfetto e si respira aria pura, al punto che mi domando in continuazione cosa cavolo ci faccia io ancora in Italia.
Simona non sembra disposta come me ad impegnarsi per trovare il modo di trasferirci nella pace e nella civiltà, è troppo legata al caos e lo smog di Roma, la sua città natale.
Al centro informazioni di Innsbruck non hanno potuto prenotarci una camera lungo la ciclabile dopo Innsbruck. Non avevano la guida della ciclabile, nemmeno quella in tedesco che avevamo rifiutato a Landek e che ora stavamo cercando disperatamente ma avevano un distributore automatico di caffè super tecnologico con cui ho litigato. C'erano i disegni dI ogni tipo di caffè ma nonostante continuassi a premere sull'espresso ed infilare altri soldi, non succedeva niente.
La macchinetta non ne voleva sapere di darmi il mio espresso e nemmeno di restituirmi i soldi. Così Simona ha pensato bene di intervenire, ha messo la sua manina su dei tasti a caso e quel mostro meccanico ha sputato fuori una brodaglia che chiamava cappuccino al cacao ed un The caldo all'arancia rossa.
Il te non era nemmeno male ma con il caldo che c'era in città avrei preferito una bevanda fredda.
Nella piazza principale di Innsbruck mentre ci accingevamo ad entrare da nordsee, la catena di negozi che cucina il pesce nordico in un infinità di modi, mi si avvicina una ragazza e mi chiede se ascolto il rock.
Io le dico di si e comincia a chiedermi che gruppi ascolto, penso si tratti di un sondaggio e continuo a rispondere alla domanda, poi noto nella sua borsa una serie di cd tutti uguali e capisco che non si tratta di un sondaggio.
Vorrei svincolarmi dalla conversazione ma è troppo tardi e Simona si è allontanata lasciandomi solo nella morsa.
La biondina mi spiega in buon inglese che viene dall'Estonia e sta sponsorizzando un gruppo di giovani rockers che cercano soldi per emergere dall'anonimato.
Mi chiede 20€ per l'acquisto di un loro cd ma le dico che sono troppi, sperando che si schiodi definitivamente e mi lasci andare a mangiare. Lei non molla ed insiste, calando il prezzo a e 15€.
Le racconto che non ho i soldi nemmeno per pagarmi la vacanza e che sto facendo una vacanza in bici con un occhio particolare al risparmio ma nemmeno questo sembra farla demordere.
Mi dice che solo per me farà un eccezione, dandomi il cd per soli 10€.
Completamente spiazzato mi gioco la mia ultima carta, le dico che non posso comprare musica senza averla prima ascoltata ma mi rendo conto subito di aver commesso un errore.
In un attimo lei tira fuori il cellulare e mi fa ascoltare un brano che non sembra neanche tanto male.
Per togliermela definitivamente di torno, decido di darle i dieci euro, prendo il cd e la saluto.
Appena riesco a ritrovare Simona ci infiliamo da nordsee per pranzare.
Prendiamo un rotolo di verdure e tonno, un panino con l'aringa ed uno con del pesce panato e fritto, è tutto ottimo ma lo sapevamo già, dalle nostre pregresse esperienze in questa catena di fast food del pesce.
Quando decidiamo di ripartire, rinunciando al caffè che in Austria costa ben due euro, scopriamo lungo il fiume una festa bavarese con bancarelle che vendono di tutto, dai würstel e la carne alla griglia al pesce, lo speck tirolese, la pizza e fiumi di ottima birra, peccato non averci fatto caso prima.
Andando via da Innsbruck attraversiamo chilometri di parchi giochi, aree verdi attrezzate e qualche prato con piscine e scivoli dove la gente se ne sta a fare il bagno.
Due vecchietti pedalavano lentamente in bici davanti a noi, mi facevano una gran tenerezza ed un po' di invidia, io alla loro età se sarò fortunato mi ritroverò in un centro anziani a boccheggiare con l'aria condizionata, invece loro se stanno a pedalare in riva ad un fiume, lontani dallo smog e dalle auto ed il caos cittadino.
Per un po' li abbiamo seguiti in silenzio ed io ho approfittato della lenta andatura per scrivere al cellulare.
Dopo un po', però ne ho avuto abbastanza di quell'andatura e li abbiamo superati.
Ci siamo trovati ad attraversare una zona industriale non troppo piacevole alla vista che sarà durata una decina di chilometri.
Subito dopo, un fastidioso vento contrario ha reso faticosa l'andatura fino alla cittadina di Volders ed oltre.
Arrivati nei pressi di Wattings ho convinto Simona ad una sosta per visitare il famoso museo degli Swarovski. Solo che essendo già le 15 abbiamo preferito trovare prima un posto dove passare la notte prima di entrare al museo.
In questa cittadina, forse per colpa del museo, i prezzi sono alti e non esistono affittacamere privati, così dividendoci siamo riusciti a trovare un ristorante pizzeria che aveva le camere a 60€, per questa volte poteva andare bene ;)
Si chiamava "Wattener Hof" e si trovava sulla strada che dal centro dopo la chiesa prende in salita verso i monti.
Le camere non erano pulitissime ma c'era la doccia ed un letto, tutto quanto poteva realmente servire.
Dopo aver posato i bagagli in camera ho trascinato di nuovo Simona in bici per andare a visitare il "Kristallwelten" museo degli Swarovski. Il biglietto è costato 11€ a persona ma ne valeva la pena, non per gli Swarovski dello shop ma per le interessanti installazioni di opere moderne e multimediali di cui è pieno il museo.
Le più particolari erano il teatro meccanico ed il duomo di cristallo.
Tornati in camera dopo la visita abbiamo fatto una doccia rigenerante e siamo scesi al ristorante per cenare, erano ancora le sette ma la fame si faceva sentire a tutte le ore.
Tanto per cominciare abbiamo preso due birre, Simona come al solito la Radler a limone ed io una weiss bier, la Franziskaner. Abbiamo ordinato delle zuppe come antipasto ed un paio di secondi.
Le zuppe erano favolose, la Fronzosische zwiebelsuppe era bianca, una cremosa ai funghi ed il formaggio con crostini di pane, la stessa che avevo mangiato a Tulln due anni prima. Quella di Simona, la Knoblaukeutershaum suppe era un brodo con cipolle ed erbe aromatiche con due tramezzini ricoperti di formaggio fuso, ottima.
Per secondo io ho preso i Kasspatzle tirolesi e Simona il Tafel spitz, il piatto tipico austriaco per eccellenza.
Davvero buoni gli spazzle, piccoli gnocchi al formaggio con speck e cipolle fritte.
La carne del Tafel spitz era invece duretta, peccato perché le verdure che lo accompagnavano erano buone.
Volevamo prendere il dolce ma Simona ha chiesto in italiano se ci portavano il menù ed il tizio ha capito che volevamo il conto. Così abbiamo saltato il dolce e pagato 34,40€.
Dopo cena abbiamo deciso di andare a fare una passeggiatina in centro, dove ci siamo fatti tentare da una Sachertorte con gelato alla crema dell'antica gelateria del corso. La torta non era buona e nel locale tutti fumavano allegramente, creando un cappa che ricordava i vecchi pub italiani.
Simona ha addirittura lasciato una parte della torta perché la riteneva troppo dolce. Dopo aver provato quella dell'hotel Sacher di Vienna e di Salisburgo difficilmente ci si può accontentare di una Sachertorte qualunque. E pensare che Vienna e Salisburgo sono così vicine...
Il vento gelido della sera dava fastidio a Simona così siamo tornati in camera e mentre lei legge sul letto io me ne sto sul balcone a guardare il panorama, i pochi passanti e la sera con il suo cielo ancora chiaro che pian piano perde di colore.