Sono le 7:00 qui a Wattens, nel cielo azzurro splende un sole timido oscurato di tanto un tanto da grosse nuvole bianche che si muovono veloci.
Il cantiere qui di fronte è in piena fermento lavorativo, sembra non contare il fatto che sia il 13 di agosto.
Stamane ho fatto una colazione leggera, iniziata con due bei caffe espressi che la donnona al bar ci ha preparato con uno strano ghigno rabbioso.
Quando ho convinto Simona a chiedere un cappuccino al posto mio, già immaginavo che la donnona si sarebbe arrabbiata. Ha guardato Simona in modo disgustato e maligno, sembrava volesse mangiarsela per avere osato chiedere qualcosa in più del caffè.
Per la prima volta in questa vacanza, troviamo le marmellate fatte in casa, c'è quella alle fragole e quella di albicocche. Ho preso preso un cornetto salato e l'ho riempito di burro e marmellata alla fragola per inzupparlo in quella brodaglia scura e liquida che la signora mi avevano spacciato come cappuccino. Sarò meglio ricordarsi nei i prossimi giorni di prepararselo da solo con il latte caldo.
Qui non c'è l'uovo alla cocuqe e non oso chiederlo alla tipa che mi incuite una certa paura e potrebbe anche uccidermi per una simile richiesta. Mi accontento di un po' di yogurt con i cereali ed un panino salumi e formaggio che non basta a placare la mia famelicità mattutina.
Quando mi alzo ancora una volta dal tavolo per andare a preparare un panino con paté di fegato e salame, Simona mi guarda con disgusto e stupore.
Dopo la colazione ed una lenta preparazione dei bagagli abbiamo lasciato la nostra stanza per iniziare una nuova pedalata.
Usciti dalla pensione ci ha preso un colpo, ci stava prendendo un infarto quando non abbiamo più visto le bici. Le avevamo legate con il lucchetto alle rastrelliere portabici ma nel punto dove le avevamo lasciate non c'era più nemmneo la rastrelliera.
Ci è voluto un pò ad accorgerci che qualcuno si era preso la briga di spostare tutte le bici in un luogo chiuso e coperto, compreso le nostre che avrà dovuto alzare di peso con tutta la rastrelliera.
Con una rapidità incredibile le nubi si sono addensate sulla cittadina, il cielo è diventato grigio scuro, ed è venuta giù la pioggia. Abbiamo preparato le bici coprendo le borse da manubrio che non sono impermeabili, indossato i k-way leggeri e siamo partiti. Per fortuna dopo neanche 15 minuti di pedalata le nuvole si sono ritirate addensandosi sulle cime delle montagne lasciando libero il sole di illuminare ogni cosa e di consentirci di vedere un magnifico cielo azzurro.
La prima cittadina di una certa dimensione che si incontra lungo la ciclabile è Schwaz. In centro ci sono ci sono un paio di chiese da visitare, non troppo degne di nota e secondo le guide un grandioso monastero. Il monastero è visibile su di un altura guardando sul lato sinistro della città verso i monti.
Non è troppo lontano dal centro città ma c'è una bella salitina con pendenza proibitiva da fare su strada trafficata. Io mi sono alzato sui pedali ed ho faticato veramente tanto per arrivare in cima senza scendere dalla bici, Simona invece è arrivata dopo un pò di tempo spingendo a mano la bici. Al monastero non c'è nessuno ad accogliere gli ospiti, il centro informazioni e deserto ma aspettando un quarto d'ora siamo riusciti a farci spiegare in tedesco da una figura apparsa li per caso che non si poteva visitare il monastero ma soltanto la basilica.
Seguendo il sentiero alla destra del monastero si accede ad una basilica veramente troppo anonima e poco interessante che rende vana la pedalata ed il tempo impiegato per arrivare fin qui.
C'è un unica cosa interessante nella zona poco prima della salita al monastero, una serie di centri commerciali in cui volendo ci si può fermare a fare la spesa per il pranzo.
Tornati in centro per fare la spesa, troviamo una chiesa davvero particolare e molto bella che vi consiglio di visitare.
E' la chiesa parrocchiale con la sua imponente facciata adorna di pinnacchi, il tetto ricoperto da quindicimila lamine di rame e l'architettura gotica.
L'interno è immenso, ci sono quattro ampie navate e due cori paralleli molto belli. Anche le panche sono particolari, in legni pregiati e lavorati, in alcuni punti presentano ancora la separazione tra i vari posti come si usava in epoca medievale.
Alcuni è elementi di arredo sono in stile barocco come l'imponente e famoso altare di Sant'anna.
Il pavimento è un lastricato granitico molto bello ed antico, lo stavano lavando mentre io scorrazzavo avanti ed indietro per la chiesa e si scivolava. Sono sicuro che in quel momento mi avranno odiato, ma non potevo ignorare l'interno di questa chiesa ed andarmene senza aver scattato nemmeno una foto.
A lato della chiesa c'è una piccola cappella con una scala esterna coperta da una volta ed un colonnato, davvero molto bella all'esterno ma che non è visitabile all'interno. Faccio una foto a Simona sotto il colonnato ma la pietra bianca ed il cielo grigio rendono le ombre troppo piatte perché il risultato sia soddisfacente.
La facciata della chiesa si affaccia sulla Franz-Josef-Strasse, con i suoi palazzi caratteristici, i negozi ed i turisti. E' piacevole scendere dalle bici ed attraversarla a piedi, evitando di fermarsi per un caffè, visto i costi proibitivi.
Prima di abbandonare la cittadina abbiamo fatto la spesa al supermercato. Davanti a noi in cassa, c'erano altri due cicloviaggiatori che hanno comprato due mele e due piccoli panini al prosciutto. Noi abbiamo preso due enormi panini ai cereali, un panino normale, dello speck tirolese, del formaggio svizzero, un patè di pomoodoro ed olive da spalmare, una limonata, una coca cola, due salamini austriaci, un brezel e due banane.
Ho pregato che fossero così presi dalle loro cose da non fare caso a tutte le cose che abbiamo comprato noi per un singolo pranzo.
Dal paesino abbiamo pedalato per qualche altro chilometro fino ad intravedere sulle montagne a sinistra un enorme castello bianco, lo "Schloss Tratzberg".
Secondo la guida è un luogo di interesse turistico importante, peccato non aver capito come ci si arrivava, forse bisognava deviare per il centro di Jenbach e risalire la montagna tornando indietro, oppure dal monastero di Schwaz si poteva continuare lungo il monte fino al castello. Ormai eravamo troppo avanti e stanchi per pensare di tornare indietro.
Cosi per nulla affranti abbiamo pedalato per un'altra ora, cercavamo una panchina all'ombra che non è mai arrivata.
Ci siamo fatti bastare un tavolo da picnic trovato nei pressi della statale ed abbiamo divorato quasi tutto quello che avevamo comprato al supermercato, risparmiando solo i salamini.
Avrei una gran voglia di un caffè ma non vedo bar che possano fare al caso. Inoltre non mo' va proprio di pagare quattro euro per due caffè.
Rattenberg è troppo carina, vi consiglio di fermarvi a visitarla. I palazzi colorati, i tetti a punta e le strane geometrie, danno l'impressione di attraversare un cartone animato. Si tratta della più piccola cittadina dell'Austria e conta appena quattrocento abitanti.
Lungo la via principale del centro ci sono un infinità di negozi di souvenir, molti dei quali vendono oggetti in vetro soffiato.
Qui infatti ci sono moltissimi artigiani del vetro, e volendosi fermare, c'è la possibilità di vederli all'opera mentre fondono a 1200 gradi il vetro per poi soffiarlo, è una specie di Murano austriaca questa cittadina.
Ad un bar Lavazza abbiamo preso due espressi un po' acquosi che nel gusto somigliavano tanto al caffè italiano.
Più avanti lungo il corso c'era negozio che vendeva solo marmellate fatte in casa, erano davvero molto particolari nel gusto quella di lamponi e quella di mirtilli ma non paragonabili alle magnifiche marmellate della regione del Wachau che abbiamo visitato pedalando lungo la ciclabile del Danubio.
Se si supera la via principale si puo raggiungere in fondo al paese una chiesa molto particolare.
Ha due navate, una piccola con una pala d'altare in marmi ed ori ed una più grande, quella principale, con l'altare maggiore. Da un angolo della chiesa si accede ad una piccola cappella dove c'è una Madonna che impugna una falce. Non mi è mai capitato di vedere una Madonna simile e la cosa mi incuriosisce.
Sotto la chiesa si accede alla grotta di Maria, una piccola grotta con la statua della Madonna. Secondo quanto ho capito in questa grotta deve essere apparsa più volte la Madonna e per questo è divenuta un luogo di culto e di preghiera per i fedeli.
Presso il monastero e la chiesa è possibile visitare uno dei più importanti musei austriaci, l'augustinermuseum ma non avevamo tempo a sufficienza per fermarci, così abbiamo preferito proseguire.
Dopo Rattenberg Simona ha cominciato a tirare, senza rendersene conto, la vedevo come un puntino rosso che spariva all'orizzonte.
Io invece procedevo con calma godendo del vento che mi sfiorava e di fianco piegava i fili d'erba nel prato. Una farfalla bianca per un po' ha volteggiato nell'aria al mio fianco accompagnandomi lungo il sentiero, poi è sparita nel nulla.
Fino a Growl Simona non ne ha voluto sapere di fermarsi o rallentare, andava spedita come un treno, era una andatura decisamente insolita per lei, tanto che quando è arrivata ad un chilometro dal centro di Worgl l'ho vista fermarsi un attimo e cadere di fianco come una pera marcia.
Era talmente stanca che il piede d'appoggio non aveva retto.
Il paesino era molto vivo, con un centro carino e pieno di negozi. Subito siamo andati al centro informazioni turistiche per prenotare una stanza.
La pensione più economica costava 38,50€ a persona con colazione, ci sembrava assurdo ed abbiamo chiesto se non c'era niente di più economico.
Solo allora ci ha proposto dei private zimmer con il bagno non in camera. Costavano 20€ a persona e ne abbiamo subito preso uno.
Sembrava facile dalla cartina raggiungerlo ma quando ci siamo fermati l'ennesima volta ad un bivio per consultare la cartina della città, un ciclista urbano si è avvicinato offendo di gentilmente di accompagnarci fino a li.
La signora che affittava le camere era una vecchietta molto simpatica, non parlava una parola di italiano ne di inglese e continuava a pronunciare una marea di frasi in tedesco che non potevamo capire.
Per fortuna esistono i gesti, cosi in maniera fortunosa siamo riusciti a comunicarle che preferivamo far colazione alle 8:00, mentre lei ci mostrava la camera, la stanza del bagno e quella con la doccia.
Dopo aver fatto la doccia, siamo tornati in centro a piedi per trovare da mangiare.
Le centina di negozi della via del centro erano chiusi ed il brulicare di turisti era sparito.
Ora c'erano soli vetrine semispente e qualche passante che mangiava il gelato. Abbiamo percorso i due chilometri della via del corso senza trovare nemmeno un ristorante.
Gli unici negozi aperti erano dei fast food che facevano la pizza espressa, tipo spizzico, per capirci.
Come è possibile che alle sette di sera una città cosi piena di vita si sia trasformata in una città fantasma?
In una laterale del centro erano concentrati i tre ristoranti cittadini, una gasthouse dai prezzi un tantino esagerati, un ristorante italiano che faceva pasta e pizza ed un locale che sembrava molto più a buon mercato, il "Gasthof Wildschönauer Bahnhof".
Naturalmente l'abbiamo scelto e ci siamo accomodati assicurandoci che la cucina fosse ancora aperta, non si sa mai, nei piccoli centri austriaci le chiudono molto presto, anche alle 20:00 o le 19:30.
Il locale è carino, completamente rivestito di legno all'interno, come nei tipici locali austriaci.
Non ci sono turisti ai tavoli ma solo gente del luogo, questo di sicuro gioca a nostro favore.
Per la prima volta da quando vengo in austria un locale non mi ha corretto la pronuncia di waizen bier, sono emozionato.
Ho trovato la leberknodel suppe, la cercavo da quando ho rimesso piede in Austria per questo nuovo viaggio in bici senza mai trovarla.
È una zuppa con un knodel di fegato che adoro.
Le zuppe sono arrivate, calde e molto buone, l'unico fastidio sono le mosche che non mancano mai nei locali e ristoranti austriaci.
Per secondo abbiamo preso il cordon blue, non ci siamo accordati per due piatti diversi da dividere, cosi abbiamo ordinato la stessa identica cosa. Avevo proprio voglia di qualcosa di fritto e pesante, e questo cordon blue può bastarmi per un bel po' di tempo, viste le dimensioni.
Al momento del pagamento, la signora ha preso il pos in cucina ed ha infilato la mia carta, poi l'apparecchio ha cominciato a bippare come quando il nastro interno per la stampa è esaurito e lei ci ha detto che non funzionava, così abbiamo pagato 39,10€ in contanti e siamo usciti dal locale.
Alle ore 22:00 eravamo ancora svegli, un record assoluto per la nostra vacanza.
(Da casa, al ritorno dal viaggio, controllando l'estratto conto ho trovato il pagamento effettuato anche con la carta di credito, quindi abbiamo pagato due volte la cena, se vi capita di fermarvi al Gasthof Wildschönauer Bahnhof fate attenzione al pagamento. Ho anche mandato una mail al ristorante per raccontare l'accaduto e chiedere un rimborso ma sono stato ignorato)