Una ciotola di yogurt fresco con cereali misti, due fette di dolce, una tazza di latte con il caffè, una crepes con marmellata ed un panino salato con wurstel e formaggio spero basteranno per i dieci chilometri di pedalata di oggi.
Dopo una fresca pedalata, l'ultima del nostro viaggio, abbiamo abbandonato le nostre compagne di viaggio a
Klostenburg.
Il cielo è grigio, velato di tristezza, la stessa che ci accompagna da quando abbiamo definitivamente abbandonato le bici.
Seduti alla stazione del treno aspettiamo il regionale che ci porterà a Vienna, ne passa uno ogni venti minuti ed è più pulito dei nostri eurostar. Sembra nuovo di zecca per quanto riescono a tenerlo pulito.
Rientrati in città era quasi ora di pranzo, non ci restava che metterci alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Ne abbiamo approfittato per visitare il
Mashmarkt, il più famoso mercato cittadino di Vienna.
Su due lunghissimi corridoi sono disposte quattro file di bancarelle, ci sono salumerie, ristorantini etnici, molti ristoranti italiani o perlomeno che si spacciano per tali con infinità di cibi pronti da portar via o consumare al momento.
Qui è tutto dedicato al cibo, le poche bancarelle di abbigliamento si trovano verso la fine del mercato.
Avrei comprato un po' di frutta se i banchi della frutta non avessero avuto questi prezzi esagerati.
Ad ogni banco di salumeria ti fanno assaggiare delle verdure ripiene di formaggio bianco, peperoni, carciofi, melanzane e qualsiasi tipo di verdura ripiena.
L'aspetto non era cattivo e data la fame ci siamo fatti tentare comprandone una decina di euro.
Non erano buonissime ed il formaggio le rendeva stucchevoli al punto che dopo la seconda verdurina diventava impossibile continuare a mangiarle. Per golosità più che fame ho comprato per 3€ un sandwitch kebab enorme, tanto grande e pieno che ho faticato moltissimo per finirlo. Il colpo di grazia al mio stomaco che ora mi sembrava di scoppiare.
Mentre boccheggiavo di sazietà il tempo ha cominciato a scurirsi e riempirsi di grandi nuvoloni, si è alzato un vento freddo e dopo poco è venuta giù una quantità indescrivibile d'acqua dal cielo. Nemmeno i kway bastavano a ripararci dal freddo, così abbiamo ripiegato sull'albergo dopo aver rinunciato a visitare l'interno della Karlskirche.
A Simona sembravano troppo 8€ per visitare l'interno della più eminente chiesa barocca d'oltralpe, che vanta un'imponente cupola di forma ellittica.
Così mi sono accontentato di fotografarne la splendida facciata con il suo colonnato che sul portone principale e le grandi colonne laterali alla chiesa decorate da bassorilievi che mi fanno venire in mente il Taj Mahal.
Dalla finestra della camera il rumore della pioggia era cosÏ forte ed insistente da essere fastidioso ed incutere timore, non potevamo darla vinta al tempo e sprecare la giornata così, ci siamo messi i pantaloni lunghi e le felpe, le scarpe chiuse per la pioggia, i k-way e gli ombrelli e siamo tornati in centro con la speranza di riuscire a visitare qualche altra chiesa prima della chiusura serale.
Il cielo adesso sembra aver finito tutte le sue lacrime, lentamente si è aperto per far posto ad un sole caldo che sembrava dimenticato.
Ci siamo spogliati dei k-way ed ecco alzarsi un gran vento gelido. E' come se il controllore del meteo Viennese stesse giocando a farci i dispetti.
Nonostante tutto, sono sempre più innamorato di questa città barocca e sarà doloroso abbandonarla per tornare nel caos di Roma.
La
Minority Kirche è una chiesa barocca riportata allo stile gotico originale, dopo il Duomo di Santo Stefano è la chiesa più importante per i viennesi, l'interno è un tantino scarno come tutte le chiese Francescane, tuttavia vale la pena visitarla per una particolarità.
All'interno della chiesa, sulla parete sinistra è esposto un magnifico mosaico copia dell'ultima cena di Leonardo Da Vinci davvero stupendo. Siamo stati ad osservarlo per più di mezz'ora, cogliendone i particolari ed ammirandone i fantastici colori. Un occasione unica per chi non può andare a vedere l'originale. Questa chiesa accoglie da sempre la più grande comunità italiana di Vienna, nei secoli infatti è stata la chiesa dove le famiglie importanti d'italia facevano tumulare i propri defunti.
Dopo la visita alla chiesa si era fatto davvero tardi per poter visitare qualsiasi altro monumento, qui chiudono presto, così abbiamo deciso di tornare nella zona del mercato per cena.
I ristoranti del mercato erano ancora tutti aperti ma chissà per quale motivo abbiamo cambiato idea decidendo di finire la nostra serata nel nostro locale preferito, i 12 Apostoli.
Per puro caso siamo capitati sotto il famoso orologio animato di Vienna, stava per partire la danza dei personaggi e quindi ci siamo fermati ad osservarla fino alla fine.
Non ci sono molti orologi come questo in giro per il modnoe ed osservalro in movimento è davvero emozionante.
La stazione della metropolitana, nel quartiere semi-periferico in cui ci troviamo a dormire mi affascina. Sembra uscita da uno di quei vecchi film degli anni 40.
Spero che non la cambino mai e che lascino questo fascino vintage immutato.
Non so spiegarvi il motivo, ma è confortevole passare da qui, si respira un'atmosfera di vita vissuta, di infinti passi che hanno calpestato la scacchiera sbiadita di questo pavimento.
Oramai sono diventate lisce e lucide, levigate dallo strusciare di suole che si è ripetuto per anni ed anni, senza sosta.
Il night club sulla strada del ritono illumina la strada con le sue luci rosse, in vetrina una donna seminuda espone il suo corpo come se fosse una qualcunque mercanzia.
È vero che in un certo senso è davvero in vendita, ma potrebbero anche non renderlo così evidente mettendolo addirittura esposto in vetrina.
Anche se dovrei fingere di non averlo notato, non posso fare a meno di pensare che è bellissima, una perfetta armonia di curve sinusoe ed un rosa candido quasi innaturale.
Mi chiedo se sia una vittima che si nasconda dietro sorrisi forzati per clienti paganti oppure se non sia consapevole e contenta del suo lavoro, pronta ad approfittarsi del ricco avventore di turno, ma non lo scoprirò mai.