Ci siamo svegliati in una fitta coltre di nebbia, in questo stupido hotel su una sconosciuta statale austriaca. Non si riesce a vedere niente oltre il vetro della camera, tutto è perfettamente bianco privo di vita e congelato, si percepisce uníumidità estrema e non c'è modo di intuire se oltre quel bianco ci sia un cielo azzurro o le solite grigie e cattive nuvole.
Osservo la confusione tremenda che abbiamo creato nella camera in una sola sera e me ne compiaccio al punto tale da immortalarla in una fotografia.
Per fortuna il banco della colazione sembra stracolmo di cibo, proprio quello che ci vuole per affrontare questa nuova giornata, c'è sempre un odore di poco pulito e di uova ma la fame mi permette di ignorarlo e concentrarmi su tutto quello che riuscirÚ ad ingurgitare.
Ho iniziato la colazione miscelando in una bella ciotolona sei differenti tipologie di cereali, ricoprendole poi con dell'ottimo yogurt austriaco, di quelli che in Italia è impossibile trovare. Poi senza nessuna fretta, ho aspettato che Simona scegliesse come continuare il banchetto. Si è presentata con delle belle fette di dolce fatto in casa alle prugne ed albicocche, che ho mangiato accompagnandolo con una tazzona di latte e caffè rigorosamente zuccherato. Dopo decidendo di saltare per una volta l'assaggio delle marmellate fatte in casa sono passato al salato.
Un uovo strapazzato fumante mi osservava dietro la nube di vapore, tanto che ho dovuto provarlo, era così spumoso e saporito che ne ho mangiato un intero piattino ma non bastava. C'era un bel poí di frutta fresca e pure della verdura che ho preferito tralasciare, non volevo correre il rischio di mangiare cose troppo leggere che avrebbero potuto turbare la mia colazione.
Il tagliere con svariati tipi di formaggi mi tentava ma la mia scelta è ricaduta su quello con i salumi, che sono finiti in ottimi panini che ho sbaragliato in pochi secondi bevendo succo d'arancia. Avrei continuato ma forse non era il caso di sentirsi male per una colazione.
Mi accorgevo che nella sala gli enormi motociclisti ci osservavano stupiti, mangiavano soltanto un pochino d'uovo e bevevano del succo d'arancia, cosa che lascia stupiti anche noi che guardavamo loro. Una strana inversione di ruoli, noi piccoli individui ad ingurgitare quantità enormi di cibo e loro così grossi che si limitavano ad una magra colazione.
Se ci fosse stata la mia dottoressa di diabetologia a guardarmi mangiare mi avrebbe di sicuro preso a calci, per fortuna è lontana parecchi chilometri e non puÚ sapere cosa riesco a mangiare quando sono in vacanza in bici.
Dopo colazione, abbiamo preparato con calma i bagagli e per la prima volta abbiamo rivisto il cielo azzurro, le nebbie si sono diradate ed una splendida giornata si è presentata ai nostri occhi pieni di gioia ed ammirazione.
Presi dal bel tempo siamo subito partiti in direzione Linz.
La strada che la sera prima ci era sembrata immensa ed infinita al mattino con il sole pieno e tanta voglia di pedalare, appariva meno lunga e faticosa.
A bordo fiume si potevano ammirare una serie di sculture insolite che la sera prima non avevo notato, quella che più mi ha colpito era una vasca da bagno all'aperto con vista fiume, che sembrava voler consigliare ai visitatori di rilassarsi e restare ad osservare il lento moto del fiume, tra i riflessi dorati del sole.
Mentre fotografavo l'antico e famoso battello a corda che faceva da traghettatore tra le due rive, una famiglia di papere, capeggiate da un magnifico cigno bianco mi ha circondato, mi stavano così vicini da far paura, più paura di quella che dovevo incutere io in loro. Subito mi è tornato in mente un buffo episodio accaduto quando ero bambino.
Mio nonno passeggiava nel giardino di una casa di campagna quando un'enorme oca bianca lo attacco, mordendolo e facendogli molto male. Era strano, invece, che questi animali fossero così pacifici e disponibili al punto da mettersi in posa a mezzo metro dalla macchina fotografica.
Da questo momento in poi ci siamo dedicati principalmente alla pedalata non lasciandoci distrarre ulteriormente dalle bizzarrie del luogo e degli pacifici animali.
La statale che porta a Linz costeggia statale e Danubio e non offre particolari spunti paesaggistici, inoltre la presenza delle auto rende poco fruibile il silenzio e la lentezza che si respirano in un viaggio in bici.
Linz è una graziosa cittadina a ridosso del Danubio, è la terza città per numero di abitanti in Austria ed è il capoluogo dello Stato Federato dell'Alta Austria. La città fu fondata dai romani su un antico accampamento celtico chiamato Lentos e sotto il Sacro Romano impero fu sede di un governo provinciale.
Dovevamo a questa cittadina una visita approfondita così abbiamo attraversato il Danubio per raggiungere il centro storico che inizia in una delle piazze più grandi d'Europa.
Il centro storico è davvero bello, quasi interamente pedonale, le bici a quanto pare sono il principale mezzo di trasporto cittadino, su ogni strada o stradina ci sono disegnate le ciclabili che sono parte integrante della viabilità. Di continuo svariati tram che spaccano il minuto in quanto a precisione attraversano tutto il centro storico della città permettendo a tutti di spostarsi agevolmente e senza doversi preoccupare di parcheggi, benzina ed inquinamento. Noi abbiamo scelto di spostarci a piedi lasciando le bici in piazza con tutti i bagagli, mi sono portato dietro soltanto con l'apparecchiatura fotografica.
L'architettura cittadina è una miscela di moderno barocco, ogni palazzo è colorato di tinte pastello intense e non esistono abitazioni trasandate, tutto sembra perfettamente tinteggiato a nuovo. L'alternarsi di tinte pastello dona uníarmoniosa visione d'insieme che crea l'illusione di essere parte di un vero e proprio quadro espressionista.
L'unica nota negativa è di essere capitati qui di domenica quando la maggior parte dei migliaia di negozietti e quasi tutti i ristoranti sono chiusi, sembra un'impresa ardua trovare qualcosa da mangiare.
Tutte le chiese cittadine sono barocche, non sono brutte a vedersi ma nemmeno riescono a suscitare troppo interesse, si lasciano guardare senza catturare mai l'attenzione, sembrano tutte uguali. Unica eccezione è il duomo nuovo, un imponente edificio in stile gotico, immenso ed affascinante.
Secondo quanto riportato dalla nostra guida si tratta della chiesa più grande d'Europa, ma avendo visto molte chiese in vita mia, la cosa non mi convince troppo.
Questa chiesa è davvero unica nel suo genere, una serie infinita di archi si incrocia creando geometrie impossibili e logge su tutto il soffitto. Sulle pareti laterali sono sempre presenti splendide vetrate colorate tra cui quella più nota che rappresenta la storia di Linz. Gli altari sono spesso ornati da pale interamente di marmo con statue rappresentati figure religiose di rilievo.
Nel duomo è anche possibile visitare la torre, accodandosi ad una visita guidata, cosa che non abbiamo potuto fare per la frenesia di Simona di andare via e la sua avversione per le torri che ancora non ho ben compreso.
Insomma vale davvero la pena andare a visitare questo duomo anche se non si tratta di un vero edificio medievale, ma di una moderna costruzione di ispirazione gotica costruita nel 1920 circa.
Era da poco passata l'ora di pranzo ed avevamo fame, i ristoranti aperti erano pochi e perfino nordsee era chiuso. La scelta doveva cadere tra un ristorante messicano con menù a prezzo fisso, un giapponese ed un cinese.
Abbiamo scelto quello messicano e ci siamo seduti al tavolo, ma quando la signorina è arrivata con il menù, abbiamo capito che qualcosa non quadrava, c'erano prezzi altissimi e da nessuna parte nel menù si parlava di prezzo fisso.
Abbiamo tentato quindi di chiedere informazioni alla cameriera che parlava solo tedesco, ma considerando che continuava ad indicarci il menù con i prezzi alti facendo finta che la promozione non esistesse, siamo andati via lasciandola un tantino a bocca aperta.
Per non sfidare nuovamente la sorte con il ristorante giapponese abbiamo deciso di optare per quello cinese che ovunque nel mondo è garanzia di prezzi contenuti e cibo omologato, fatta eccezione per la Cina stessa dove il cibo è completamente diverso da quello che mangiamo nel resto del mondo.
Quando sono in viaggio all'estero ho imparato che l'unica cosa da evitare sono i ristoranti italiani, sono costosi e cucinano male, díaltronde posso mangiare italiano ogni giorno a casa, perchè dovrei farlo anche quando sono all'estero e posso provare qualcosa di diverso e più interessante.
Il ristorante cinese è stata una scelta azzeccata, per staccare un attimo dall'alimentazione troppo grassa austriaca e per provare alcuni piatti che nei ristoranti cinesi italiani non ho mai trovato. Certo la pulizia lasciava un pochino a desiderare, ma con soli 20€ abbiamo mangiato in due e siamo usciti in cerca di una bella fetta di sacher tort per festeggiare il mio compleanno.
Purtroppo per quanto fossimo in Austria, nessuno aveva la torta sacher originale dell'hotel Sacher che è la mia preferita, quindi abbiamo deciso di provare la torta del luogo la Linzer tort.
Uno dei più lussuosi bar della piazza principale sembrava esserne l'inventore, cosi ci siamo accomodati. La Linzer tort è una torta tipica di Linz, a quanto pare si tratta della torta più antica del mondo, nominata nei libri già dal 1653. La torta è fatta con una base di pan di spagna croccante alto un centimetro e mezzo, uno strato di marmellata di lamponi ed uno strato di copertura intrecciato e biscottato, lungo il contorno del bordo superiore c'è uno strato di sfoglie di mandorle.
Ad ogni morso si riesce a sentire l'intenso sapore dei lamponi e la croccantezza della sfoglia superiore, mentre subito dopo arriva alle papille gustative un piacevole profumo e retrogusto di cannella. Un dolce davvero unico nel suo genere, mai stucchevole che ancora non riesco a togliermi dalla mente. Provo ancora a trovarlo nelle pasticcerie qui a Roma ma la mia ricerca non ha successo.
Simona ha invece optato per una torta molto più appariscente e densa di calorie, una multistrato al caffè con noccioline tritate, crema di nocciole e tanti strati croccanti di sfoglia al cioccolato. Esteticamente era più interessante della mia ed il gusto più intenso, solo che alla lunga stucchevole per la quantità immane di zuccheri che si percepivano sotto il palato. Per accompagnare i due dolci non potevamo che scegliere una cosa leggerina, due bei caffè viennesi, enormi e pieni di panna montata e scaglie di cioccolato.
Cominciava a farsi tardi e la città di Mauthausen dove volevamo fermarci per la notte era ancora lontana, così abbiamo rinunciato al giro sull'antica ferrovia Pöstlingberg. La ferrovia si arrampica sui monti di Linz ed oltre ad offrire un panorama unico, permette di visitare la Basilica ed il "Grottenbahn" il mondo dei nani inserito in un torrione della vecchia fortezza del Pˆstlingberg.
Di sicuro torneremo a Linz per visitare questi posti e per mangiare di nuovo la Linzertort, magari restando in città per qualche giorno così da poter assaporare meglio la vita cittadina ed approfittarne per un reportage fotografico adeguato del luogo.
Dopo aver legato gli zaini sulle bici, siamo ripartiti, abbiamo attraversato il ponte per portarci sulla riva sinistra del Danubio dove abbiamo continuato il nostro viaggio.
Lungo la riva, costeggiando la ciclabile c'era un bellissimo prato verde pieno di persone che passeggiavano, pedalavano, correvano o pattinavano. Tra la ciclabile ed il fiume si potevano notare un infinita serie di strutture pubbliche per praticare sport all'aria aperta. C'erano dei bellissimi campi da calcio in erba, dei campi da basket con un solo canestro dove i ragazzi si sfidavano all'americana. Gruppi di ragazze prendevano il sole sulle infinità di panchine disseminate nella zona.
Più avanti c'erano dei campi di beach volley con della vera sabbia ed alcuni campi da beach soccer. Tutti praticavano sport gratuitamente all'aperto su strutture dalla manutenzione comunale impeccabile, erano presenti perfino le reti dei canestri.
Per non farsi mancare niente, c'erano delle enormi piste per fare acrobazie su pattini, skateboard e bici da acrobazia, dove centinaia di ragazzi si lanciavano in sfrenati gesti atletici.
Anche i più piccoli potevano godere delle strutture pubbliche, infatti, oltre ai soliti parchi giochi per bambini erano presenti delle vere e proprie mini piste con la segnaletica stradale dove i bambini in bicicletta imparavano a rispettare il codice della strada divertendosi.
Restavo imbambolato a guardare tutte quelle strutture chiedendomi perchè da noi tutto ciÚ non sia possibile, perchè quel senso di civiltà e rispetto per le cose pubbliche che sembra essere per un austriaco così naturale si trasforma da noi in vandalismo ed aggressività.
Cosa hanno sbagliato i nostri genitori che ci ha donato una società così diversa da questa, forse avremmo dovuto auspicarci di rimanere sotto il dominio austriaco per essere civilizzati?
Vorrei tanto riuscire a trasferirmi in un posto simile, vorrei che i miei eventuali figli avessero questo senso civico e non crescessero come me in una realtà deviata e corrotta, vorrei trasferirmi a vivere qui ma non ho idea di come poter fare.
Nel lungo tratto di ciclabile che abbiamo percorso non avevo mai visto tanti sportivi tutti insieme e tante strutture pubbliche, da un lato c'era la ciclabile, dall'altro il Danubio che scorreva lento e nel mezzo migliaia di ragazzi che praticavano sport all'aperto, cosa si poteva chiedere di più.
Pedalavo lentamente immerso in riflessioni sociologiche e culturali, mentre il sole dolcemente riscaldava la parte di pelle esposta, erano finite le dure giornate di pioggia e la vita sembrava sorriderci.
Arrivati nella cittadina di Mauthausen non riuscivamo a trovare nemmeno un privato che ci affittasse la camera, c'erano solo alberghi e pensioni, per trovare dei privati bisognava allontanarsi di almeno quattro chilometri.
Ho lasciato Simona in centro e mi sono lanciato in una pedalata disperata in salita alla ricerca di qualche affittacamere privato, dopo molti minuti di strade in salita a, quando ormai il cielo cominciava ad imbrunire sono ridisceso per provare nel centro cittadino.
Dopo aver chiesto ad un paio di pensioni abbiamo deciso di fermarci nella prima che si incontra arrivando nella piazza principale, un posto senza troppe pretese con prezzi modici.
Mancava meno di mezz'ora alla chiusura delle cucine così, dopo aver sistemato le bici nel garage sul retro siamo saliti di corsa a posare le borse in camera, ci siamo cambiati senza neanche lavarci e siamo scesi per la cena.
La cucina stava chiudendo, gli ombrelloni sul davanti del locale dove c'erano i tavoli erano ormai chiusi e le stavano spegnendo tutte le luci. Abbiamo capito che sarebbe stato inutile e scortese chiedere qualcosa per cena e ci siamo incamminati sulla via del centro in cerca di qualche posto ancora aperto.
Tutti avevano chiuso la cucina, spegnevano le luci e rassettavano tavoli e sale, non ci restava che provare in una specie di pub che avevo un notato circa un chilometro prima di entrare in paese.
La fortuna ha voluto che fosse aperto. E' stato la nostra salvezza, siamo riusciti a mettere qualcosa di commestibile nello stomaco, annaffiandolo con due ottime birre alla spina. Non saremmo riusciti ad affrontare la notte, con lo stomaco completamente vuoto e tanti chilometri sulle gambe.
Dopo aver cenato, non appena abbiamo messo piede fuori dalla porta, il locale ha chiuso.
Ci capita spesso qui in Austria di essere gli ultimi clienti di ristoranti pub o locali che servono alcolici ed ancora non ci siamo abituati all'idea che verso le 21:30 anche in estate alcuni posti diventano deserti.
Nel silenzio della notte abbiamo fatto due passi a piedi per rilassarci e chiacchierare della piacevole giornata appena passata e di quella successiva che sarebbe stata forse la più dura da affrontare a livello morale. Avremmo infatti, visitato l'ex campo di concentramento di Mauthausen.
Appena in camera, ci siamo abbandonati alla stanchezza piombando in un sonno profondo.