Nella metropolitana le scale mobili accellerano e frenano da sole, quando non c'è nessuno sulla scala le vedi muoversi lentamente ma appena metti piede accellerano riportandosi alla normale velocità. Non avevo mai visto una cosa simile in Italia, un'idea semplice e funzionale per risparmiare energia quando non serve.
In soli dieci minuti abbiamo preso tre treni della metropolitana, cambiando tre line e ritrovandoci come per magia dall'altra parte della città. Sono molte le linee della metropolitana Viennese e collegano perfettamente ogni parte del centro e delle zone periferiche. Non c'è mai bisogno di attendere un treno più del dovuto perchè la norma qui è la puntualità.
Una visita al Leopold museum era d'obbligo, un tantino stancante per la quantità delle opere in mostra e l'immensità della struttura ma ha lasciato in me un ricordo indelebile.
All'ingresso ho dovuto subire il solito e scomodo sequestro dello zaino che comporta l'ulteriore pagamento di una tangente di 1Ä per il servizio deposito oltre l'esoso costo del biglietto e dell'audioguida in italiano. Ho dovuto infilare tutta l'attrezzatura fotografica nelle tasche del pantaloncino più il portafoglio, le chiavi e tante altre cavolate che mi hanno infastidito per tutta la visita, perchè in questi musei non è vietato portarsi la fotocamera ma avere uno zaino o una borsa.
Mentre estasiato ammiravo un dipinto di Egon Schiele mi si avvicina un addetto alla sicurezza, indicando la mia fotocamera e pronunciando parole incomprensibili. Stavo già bestemmiando in aramaico antico pensando di dover depositare la macchina all'ingresso, volevo provare a spiegargli che non avrei scattato nessuna foto se me l'avesse fatta tenere, sarei anche stato disposto a consegnargli la scheda di memoria se avesse voluto ma poi ho capito che il problema non era quello. Il suo problema a quanto pare era il fatto che portassi la fotocamera a tracolla sul fianco o sulla schiena, dovevo per forza tenerla sul davanti, appoggiata sulla bocca del mio povero stomaco.
Dopo questa strana richiesta, hanno deciso di lasciarmi in pace, per tre ore ho potuto girare indisturbato tra opere di Schiele, Klimt, Ococha e tanti artisti di fama minore, potendo addirittura fotografare indisturbato le opere.
Alcuni di queste opere sono così intense da lasciarti addosso una sensazione di sconforto, di estrema solitudine, a volte disperazione, trasmettendo pienamente lo stato d'animo dell'artista che le ha dipinte. Specialmente i quadri di Schiele mi lasciano senza respiro, mi avvolgono portandomi in una realtà claustrofobica, mi entusiasmano togliendomi il fiato.
Non mi era mai capitato di vivere in questa maniera così intensa una mostra, mi sono emozionato di fronte agli impressionisti ed espressionisti francesi e mi sono perso nelle ombre e le espressioni di Caravaggio ma il modo in cui questo artista mi ha attraversato l'animo è stato incredibile.
In ogni opera o trovato qualcosa che andasse ben oltre i colori, le forme ed il soggetto dipinto, ho trovato brandelli di animo dell'artista così vividi da farmi paura ed una strana similitudine con una parte di me che non viene mai fuori, perchè la nascondo a me stesso e agli altri per vivere una vita normale.
La mia parte più scura e profonda è stranamente racchiusa in queste opere e riaffiora alla mia mente quando le guardo. Di sicuro non ho vissuto una vita tormentata come la sua e nemmeno un fermento sociale ed artistico come quello che si respirava in Austria ai suoi tempi ma c'è qualcosa di profondo che mi lega alla sua persona e che ha trasformato questo grande artista e le sue opere nel mio artista preferito.
Non riuscirei neppure a dire quale delle sua opere è la mia preferita, perchè mi stravolgono tutte così tanto da rendere questa scelta impossibile.
Al piano superiore, un quadro di Klimt, "la vita e la morte" è riuscito ad incantarmi, sono rimasto li per un tempo indeterminato ad ammirarne i colori ed il profondo significato che mi trasmetteva, provavo delle sensazioni che l'audioguida poi trasformava in parole di senso compiuto perfette per descrivere le mie emozioni. Nonostante Klimt non fosse tra i miei autori preferiti e le sue opere non mi avessero mai entusiasmato, questo quadro ha saputo guadagnarsi un posto speciale nel mio cuore e spero che un giorno una sua riproduzione possa trovare un posticino anche in un angolo di casa nostra.
E' stata così intensa la visita al Leopold museum da perdere ogni cognizione di spazio e tempo, dimenticando perfino dei bisogni primari di sopravvivenza. Quando nello stomaco avevo ormai un buco nero che cominciava ad inghiottirmi dall'interno abbiamo controllato l'ora, era pomeriggio e da tempo indeterminato vagavamo in una dimensione estranea al mondo reale. Era ora di smetterla, tornare alla vita reale, mettere qualcosa nello stomaco e dedicarci nuovamente alle strade di Vienna.
Mancava ancora un piano del museo dedicato ad artisti minori che non ci entusiasmavano più di tanto, quando hai visto opere di artisti strepitosi le altre nemmeno le noti, così siamo andati in cerca di cibo.
Con qualche fermata di metro abbiamo raggiunto
Schwedenplatz dove abbiamo mangiato degli ottimi noodles da asporto, poi riprendendo la metro siamo andati Stephansplatz per visitare il magnifico
Duomo di Santo Stefano.
Questa cattedrale è la più bella ed importante chiesa di Vienna e forse di tutta l'Austria, vi sono conservati tesori artistici di immenso valore che richiedono un po' di tempo per essere visitati. I più importanti sono il mausoleo dell'imperatore
Federico III, in marmo rosso, costruito da Niclas Gerhaert van Leyden nel periodo che va dal 1467 al 1513, il pulpito di Anton Pilgram del 1514/15, l'altare "di Wiener Neustadt" con un trittico in stile gotico del 1447 ed il mausoleo del principe Eugenio di Savoia del 1754.
La sua costruzione inizio nel dodicesimo secolo, la Porta Grande e le torri pagane romaniche sono invece del tredicesimo secolo. Nel 1359 il duca
Rodolfo IV di Asburgo posò la prima pietra della navata gotica, quella centrale delle tre di cui è composto.
La torre sud, chiamata
Steffl dai Viennesi, fu completata nel 1433 ed è alta 136,7. Dopo il 1511 la costruzione del duomo abbandono lo stile gotico, infatti la torre nord, ancora incompleta ed alta 68,3 metri, ospita dal 1579 una cupola in stile rinascimentale. Nel diciottesimo secolo il duomo fu dotato di altari barocchi, tra cui la pala dell'altare maggiore raffigurante la lapidazione di S. Stefano, il primo martire del Cristianesimo.
E' un peccato che qualsiasi cosa nella chiesa si a pagamento, bisogna pagare per visitare la navata centrale, bisogna pagare per visitare le torri, bisogna pagare se si vuole visitare la navata laterale, si paga per vedere la cripta, si paga per vedere le catacombe, manca solo un biglietto per la quantità di aria respirata. Non avevamo tutti questi soldi a disposizione, la spesa prevista per musei e varie aveva già sforato il tetto massimo giornaliero, quindi, ci siamo limitati ad una visita superficiale ed incompleta di un luogo che dovrebbe essere pubblico. Non è possibile che si debba pagare per visitare una chiesa, sono costruite per la gente e dovrebbero essere luoghi di culto, mica macchine speculative. Vorrei vedere cosa penserebbero i pellegrini che si recano a Roma se gli facessimo pagare l'ingresso a San Pietro, la visita dell'altare maggiore, il ciborio e tutte le statue più importanti, se ci fosse un biglietto per visitare le tombe dei papi...
Così con un po' di amarezza nel cuore ci siamo concentrati sui dettagli gratuiti, come lo splendido tetto in tegole colorate dove fa bella mostra lo stemma austriaco, il portale d'ingresso, l'estetica delle torri, le vetrate gotiche e tanti altri particolari che la pessima guida di Vienna che abbiamo comprato descriveva solo parzialmente.
Dopo aver visitato il duomo eravamo un tantino stanchi, invece di prendere il gelato, ci siamo dedicati un momento di dolcezza in una delle pasticcerie del centro storico di Vienna, due fette di torta e due caffè ci sono costati 14€ ma ne è valsa la pena, stasera cercheremo di contenerci e spendere meno per cena.
C'era ancora un po' di tempo prima di sera così ne abbiamo approfittato per fare un salto ad un altro paio di chiese che meritano una visita, in modo da guadagnare tempo per visitare più cose nei giorni successivi, la Peterskirche e la Franziskanerkirche, due gioielli barocchi davvero interessanti e particolari.
Stasera passeggeremo fino a tardi per le vie del centro, almeno fino a quando non saremo stanchi, non sentiamo il bisogno di cenare, basterà prendere qualcosina da asporto ma le torte hanno già fornito un buon apporto alla nostra dieta giornaliera. Domattina ci toccherà ritornare in bici, pedalare per una decina di chilometri fino ad un albergo fuori Vienna dove le riconsegneremo.
Quasi per caso in piena sera ci siamo ritrovati nella piazza del municipio. Sotto il Rathaus avevano montato un enorme palco dove trasmettevano musica classi e più tardi sarebbe andata in onda un opera lirica su maxischermo.
Nella piazza per l'occasione avevano montato centinaia di stand gastronomici di cibi di tutto il mondo. Dopo aver cenato con delle bistecche di pesce australiane ed aver bevuto una fresca birra al limone ci siamo dedicati ai dolci.
Naturalmente abbiamo scelto uno stand con dolci tipici austriaci dove un cuoco simpaticissimo che si metteva in posa per le foto ci ha servito il Kaiserschmarrn da un enorme pentolone. Non è stata il migliore mangiato in austria ma abbiamo lo stesso ripulito il piatto.
Prima di salutare il cuoco ho dovuto per forza prendere un paio di palle ripiene di marmellata e ricoperte di zucchero, le famose marillenknodell che non sono mai mancate nella mia alimentazione giornaliera Viennese.
Sulla via del ritorno in albergo c'è stato il tempo di fare un piccolo servizio fotografico notturno al parlamento e di scattare una foto alla Votivkirche, una chiesa moderna in stile gotico dall'aspetto magnifico.