L'idea che mi ero fatto di Innsbruck era di una piccola cittadina di montagna, senza troppe pretese come ne avevo già viste tante in vita mia ma ho dovuto ricredermi.
Innsbruck è una graziosa cittadina a misura d'uomo, le strade sono larghe e mai trafficate, ai lati di ogni strada, la parte destra della carreggiata
è riservata alle bici, i pattinatori a rotelle e gli skaters.
Per tutta la città passano in continuazione dei nuovissimi tram di colore rosso fuoco. con un puntualità quasi imbarazzante per un italiano.
Ogni tanto si notano delle carrozze trainate da cavalli che portano in giro i turisti o più semplicemente fanno da mezzo di trasporto ecologico
e pittoresco per i più esigenti, tutti gli altri girano a piedi.
Ci sono migliaia di persone che affollano le strade cittadine e per ogni angolo è facile trovare un ristorante, un pub o un piccolo albergo. La città è così viva
che poco si rimpiange il fatto che non sia una metropoli.
Tutti qui girano in bicicletta, cominciando dalla vecchietta che fà la spesa, le famiglie, i ragazzi e perfino i turisti.
L'aria che si respira non
è contaminata dalle maledette polveri sottili tipiche delle nostre parti. I parcheggi sono quasi tutti per bici e le poche auto che si trovano parcheggiate sono messe
ai lati di grandi marciapiedi in apposite strisce.
La cosa che mi ha colpito in questo posto è stata l'architettura cittadina, da subito mi è sembrato di vivere in uno di quei film di
Wim Wenders con i
palazzoni baroccheggianti ognuno di un colore diverso dall'altro che si susseguono lungo le strade, quasi sempre attaccati tra l'oro, come a formare
un unico lunghissimo palazzo variopinto. Una visione così meravigliosa da monopolizzare la mia attenzione e quella dell'obbiettivo della macchina fotografica
che non hanno smesso per un attimo di documentare ed ammirare tutto quello che ci circondava.
Ad est della città se si posa lo sguardo un attimo oltre gli ornati tetti a spiovere, tipici del nord e del periodo coloniale inglese, si notano immensi prati
verdi che si arrampicano su per i monti.
Sembra di vedere i prati di heidi che credevo non potessero esistere se non nei colorati disegni dei cartoni animati.
Invece eccoli qui davanti ai miei occhi, proprio attorno alla città, infiniti prati di un verde così intenso ed omogeneo da sembrare dipinto dalla mano del
un abile pittore espressionista.
Oltre i prati verdi, salendo di quota si possono ammirare delle immense foreste che si diradano lungo le cime per lasciare spazio alla roccia viva.
Sono quasi sicuro che da qualche parte lassù, ci sia un Peter con le sue capre che corre felice tra i campi d'erba pettinati dal vento.
Il nostro albergo si trovava subito dopo il fiume, attraversando il ponte si intravedeva questa piccola palazzina rosata, stretta ed alta incastrata magicamente
tra tante altre palazzine di colori differenti, che facevano tornare in mente i canali olandesi di Amsterdam.
Il proprietario ci ha assegnato una piccolissima camera al terzo piano dell'edificio, senza nemmeno il bagno in camera. Questa mancanza ci sarebbe
valsa uno sconto di 15Ä sul prezzo del pernottamento, cosa che non ci dispiaceva più di tanto dato il nostro stato di amministrazione familiare
controllata.
In questa spoglia stanza, fà caldo ed il piccolo ventilatore che continua a spostare l'aria da un posto all'altro non riesce a darci alcun sollievo. Simona come al solito
dorme, io avrei preferito volentieri restarmene a spasso per la città ed il suo brulicare di gioventù piena di energie ma da solo non mi andava più di tanto.
Sembra che finalmente l'arrosto di maiale in umido, la polpetta gigante di pane e speck che qui chiamano Canederlo sul letto di crauti ripassati in
padella, la patata al cartoccio con salsa di yogurt e cubetti di speck tirolese, annaffiati da dell'ottima birra al frumento di monaco abbiano finito di litigare nel mio stomaco.
Una squisita cena in una graziosissima cittadina austriaca, che ben mi fanno sperare per i giorni a venire. Ci saranno chilometri da pedalare, casette di legno e vallate verdi e
montagne rocciose da vedere e tanti piatti tipici da provare.
Ora, non mi resta che addormentarmi aspettando domani...
Un nuovo giorno ad Innsbruck
La giornata appena cominciata sembra magnifica, il sole risplende dalla minuscola finestra posta in cima alla camera, lasciando la sua scia di luce sulla parete di fianco al mio letto.
Ho fame ed incito Simona a scendere per fare colazione. Dopo aver sceso le tre rampe di scale in legno che si facevano di volta in volta più larghe, siamo entrati
in una luminosissima sala dell'albergo preparata per la colazioni, le grandi vetrate davano direttamente sul fiume, sul davanzale delle vetrate c'erano dei meravigliosi fiori
rossi. Ci siamo seduti su un divanetto ricavato sotto la vetrata, potevo vedere il ponte che attraversava il fiume proprio davanti a me, con le bandiere austriache tese al vento
ed il sole che ne faceva risplendere l'asfalto.
Mi aspettavo di trovare qualcosa di salato per colazione, ed infatti, in bella mostra sul tavolo delle vivande due grandi vassoi di salumi e formaggi mi chiamavano da lontano.
C'erano due diversi tipi di wurstel giganti, tagliati a fettine, uno rosato di colore uniforme e l'altro più simile ad un morbido e fresco salame, delle fettine di emmenthal svizzero
una formaggio cremoso bianco alle erbe ed un ottimo prosciutto cotto di praga.
Non sapevo cosa scegliere e quindi decisi di provare un pÚ di tutto,
presi due bei panini dall'aspetto simile alle nostre rosette e ci misi dentro i due tipi di salumi, il prosciutto cotto, qualche fettina di emmental,
il formaggio fuso ed qualche spicchio di pomodoro che adornava il vassoio dei formaggi.
Con un bel bicchiere di succo di frutta, mandai giù quei
panini dal sapore delicato ma intenso. Chiedemmo del caffè e ci portarono una brocca intera di caffè lungo che mi faceva
tornare in mente quello americano. Con due belle tazze di caffè, ed una fettina di pane burro e marmellata, credevo di aver finito la mia colazione quando
mi accorsi che simona stava mangiando qualcosa di diverso da me, aveva una ciotolona piena di yogurt e sembrava rapita e deliziata dal suo sapore.
Fui allora costretto a dover far spazio nello stomaco per un altra portata, andai al tavolino a rimediare una bella ciotola in vetro, e presi il cucchiaio per versarci un pochino
di yogurt che riposava in un insalatiera con sopra dei pezzi di frutta tagliata. Quello yogurt così splendidamente bianco, sembrava quasi sprecato da solo,
sarebbe stato meglio con l'aggiunta di qualche cereale, guardai i cinque contenitori dei cereali per scegliere quello appropriato ma essendo un eterno ideciso
in fatto di cibo e volendo provare di tutto, ne misi una bella cucchiaiata di ogni tipo, poi provai a ricoprirla quella montagnella di cereali con alcuni
mestoli di yogurt e frutta fresca e me ne tornai al tavolo.
Se non fosse stato così delizioso non sarei mai riuscito a finirlo, perché non amo più di tanto lo yogurt bianco ma quello jpgurt era differente, dal sapore
delicatissimo, poco acido e fù così che presi la decisione di mangiarlo ogni mattina del mio viaggio in austria.
Non riuscivo ad andar via da Innsbruck così in fretta, senza avergli dedicato un minimo di attenzione in più e così decidemmo di dedicare a questa cittadina un'altra mezza giornata.
Chiedemmo al ragazzo dell'albergo dove poter lasciare per qualche ora i bagagli per girare più leggeri e lui ci fece segno di poggiarli nella rientranza sotto la
scala, incustoditi nel bel mezzo del corridoio dell'albergo. Mi ci volle un pÚ di coraggio per abbandonare la diffidenza tipica di chi è cresciuto a Napoli
e vive a Roma ma poi riuscì a lasciarli li per terra.
Ci dirigemmo rapidamente verso la ferrovia a cremagliera più ripida d'europa, non avevamo molto tempo e volevamo sfruttarlo al meglio.
La salita fino a quota 2200 metri, sulla catena montuosa a nord di Innsbruck richiede una sequenza di una ferrovia a cremagliera e due cabinovie che si arrampicano
su per il monte. Non c'era una biglietteria, ma solo una macchinetta automatica con una non completa traduzione in italiano di tutte le
sue funzioni, dopo un pÚ di lotta con la stupida macchina, siamo riusciti a fare due biglietti di andata e ritorno per 15Ä e ci siamo messi seduti ad attendere
il treno.
Ne era appena passato uno e quindi ci toccava attendere il successivo che puntualissimo, dopo 10 minuti si è presentato sul binario. Pochi minuti di arrampicata del treno
lungo il binario e ci siamo ritrovati a 800 metri di quota rispetto alla città.
Lo spettacolo paesaggistico che si presenta agli occhi man mano che si sale è di quelli che tolgono il fiato, la città con i suoi tetti a punta, le torri delle chiese,
il fiume che gli scorre in mezzo, gli immensi prati sulle montagne che circondano tutta la valle sono qualcosa di unico.
Incantati da questa visione, siamo stati presi subito dal desiderio di andare ancora più in alto, siamo entrati nella stazione della cabinovia, ho infilato il biglietto
nel lettore del tornello di ingresso ed un fastidioso beep con annessa luce rossa mi ha fatto capire che qualcosa non andava per il verso giusto.
Ho lasciato che Simona provasse anche con il suo biglietto, ma il risultato è stato lo stesso. Così dopo una serie di tentativi da parte nostra
e nello stupore più totale si è avvicinato un funzionario della stazione che ha guardato il biglietto e ci ha spiegato indispettito che il biglietto era esaurito
e se volevamo salire fino in cima dovevamo passare dalla biglietteria a fare gli altri biglietti.
Necessitavamo di fare altri biglietti per l'ammontare di 23€ a persona per raggiungere la cima della montagna, cosa che immediatamente ci ha fatto rinunciare alla visita per ripiegare su di una visita approfondità alla cittadina.
Prima di scendere, un piccolo giro della zona ci ha mostrato delle deliziose casette decorate in maniera particolare, una di questa non potevo non fotografarla come ricordo,
aveva il piano terra in muratura bianca con i fiori alle finestre e la parte superiore più larga della base in legno con i tetti a spiovere, i balconi erano di legno e le
finestre erano tutte di un rosso accesso, ai bordi dei balconcini del primo piano c'erano dei dipinti su legno con le faccce dei
proprietari, una cosa davvero incredibile, sembrava una bomboniera.
Mentre simona visitava il bagno pubblico delle alture di innsbruck, uno strano oggetto mi ha incuriosito, era una specie di contenitore trasparente
con un foro laterale giallo, un coperchio superiore e sul fondo del liquido denso rosso. Intorno allo strano oggetto vi ronzavano tantissime api tanto da
farci credere che fosse una specie di alveare per raccogliere il miele, ma guardandolo bene da vicino ci siamo resi conto che si trattava di una vera e
propria trappola, le api attirate dal giallo del tappo e del foro di ingresso e da questo strano liquido entravano dentro e quando si poggiavano sul
liquido restavano imprigionate fino a morire, una atrocità che non avevo mai visto in vita mia.
Una volta scesi in città, con il primo biglietto valido almeno per la ferrovia, siamo andati a visitare la torre, salendo i suoi 300 scalini
ci ha regalato una visuale a 360 gradi sulla città, con le strade brulicanti di turisti, i tetti spioventi incastrati l'uno nell'altro, le soffitte ricavate nei sottotetti
con le vetrate oblique ed i magnifici mini terrazzi ricavati da alcuni sezionamenti dei tetti.
Mi piacerebbe poter avere un piccolo appartamento con uno di quei mini terrazzini e poter vivere in questa città così bella e colorata, dimenticandomi delle
automobili e spostandomi soltanto a piedi o in bici.
Mi piacerebbe avere un lavoro a contatto con la gente, magari un officina per riparare bici, che mi costringerebbe ad imparare il tedesco, un pÚ di spagnolo, qualche parola
di francese e migliorare il mio ancora pessimo inglese. Sarebbe un sogno, ma per adesso devo farmi bastare il fatto di esserci come turista, e provare a portarmi dentro
almeno il ricordo di questo posto incantevole.