Ci sono stato più volte in questa piccola e magnifica cittadina del salento ed ancora non mi ha stancato. Questa volta però è cambiato il mio modo di visitarla.
Un tempo la mia ex, mi ci portava per lavorare e dare una mano nel bar che il padre aveva aperto al centro. Mai avevo visitato in quelle poche occasioni, le tante chiese,
mai avevo dato un nome ed una storia ai tanti monumenti e luoghi visitati. Si trattava di cose viste per caso nelle passeggiate tra i locali del centro, osservate dall'esterno
con una curiosità limitata.
Con Simona è tutto diverso, con guide alla mano e degli itinerari studiati, sappiamo sempre cosa vedere, dove andare. Ogni chiesa è monumento hanno un nome, una storia
che abbiamo letto, e degli affreschi, quadri o statue di maggior rilievo da andare a vedere. Prima di osservare un monumento studiamo rapidamente in che anno è stato
costruito e da chi, quando è stato rimodernato, restaurato o distrutto e poi ricostruito, in modo da entrare meglio nella storia e nell'architettura di quel luogo.
Un modo diverso e credo giusto di affrontare una visita turistica, per comprendere a fondo le radici di un luogo e delle popolazioni che vi sono vissute.
Perché ogni luogo ha un senso, per la storia che racconta e che rimane impressa nella roccia e nelle antiche tradizioni.
Con questo approccio turistico, riusciamo a non tralasciare niente, vivere meglio e comprendere ogni cittadina, partendo dalla roccia viva,
poi quella lavorata per poi finire a tavola, dove i sapori tipici conservano la storia.
Peccato che d'estate pare non ci siano le rape, così quel piatto di orecchiette tatno immaginato è rimasto frutto della pura fantasia e del ricordo...
Due ottimi caffè in ghiaccio con latte di mandorla, per scongiurare l'afa di un caldo primo pomeriggio d'agosto, digerire il pranzo ed addolcire il pensiero
dell'auto con i tanti e continui rabocchi d'acqua nel viaggio da campomarino fino a Lecce, sotto il sole cocente che batteva imperterrito sulla statale semideserta.
Passo dopo passo, inseguendo le nostre ombre sull'asfalto bollente, ci siamo incamminati attraverso il centro verso piazza Oronzo, dove è possibile vedere il palazzo del seggio,
conosciuto come il "sedile", un palazzo cubico del 500 che rappresentava la città di Lecce e che oggi ospita alcune mostre artistiche.
Di fianco al sedile è possibile notare i resti dell'anfiteatro Romano, riportato in superfice dopo la seconda guerra mondiale.
Una gentile ragazza, liberandosi a fatica di due napoletani sulla mezza età, che con la banale scusa di necessitare di informazioni turistiche cercavano invano di attaccare bottone,
ci ha omaggiato di alcune cartine geografiche munite di itinerari turistici consigliati. Si trattava ovviamente di un centro di informazione turistiche su roulotte e non la prima persona
incontrata per strada, ma questo piccolo particolare stavo per tralasciarlo.
Seguendo attentamente l'itinerario, ci siamo imbattutti in chiese barocche di insolita bellezza, nonostante l'arte barocca sia quella da me più odiata, quelle chiese così imponenti,
conservate intatte nei secoli e mai eccessive nello sfarzo, hanno lasciato in me uno splendido ricordo.
Spesso nel salento ho trovato nei luoghi turistici un apparecchio meccanico che inserendo due monetine da 5cent e da un euro, scegliendo una figura da quelle stabilite e ruotando la
leva per qualche giro completo, restituivano i 5 centesimi, schiacciati ed allungati con su stampata l'immagine turistica desiderata. Così quando per la quarta volta mi si è presentata
d'avanti quella macchina infernale, non ho resistito ed ho devastato la mia moneta da 5 centesimi per portarmi a casa come ricordo uno strano pezzo metallico con la scritta Salento...
E' stato d'obbligo nel passeggiare fermarci ad un forno a prendere qualcosa per calmare la fame crescente, così un bel rustico ed un pizzo (Si chiamano pizzi, e sono pucce a forma di
pagnotte farcite con pomodoro cipolla di tropea ed olive nere con il nocciolo) tipici del luogo, sono stati un ottimo calmante per affrontare l'attesa della cena.
Ci siamo ritrovati in piazza d'uomo all'imbrunire, di nuovo affamati, come sempre nella nostra vacanza insieme, stanchi e desiderosi di restare in quella piccola bomboniera più a lungo, magari tornarci in futuro..
Al tramonto quegli stretti vicoletti del centro, si sono popolati di turisti rumorosi ben vestiti e di cittadini tutti pronti a vivere la Lecce notturna, girare per i locali, prendere
l'aperitivo e poi andare a cena per poi concludere la serata con una passeggiata tra i vicoli affollati, in un luogo pieno di storia e di vita...
Noi siamo andati via, verso la nostra tenda, per riposare a lungo...