Non era la prima volta per me a Taranto, vivendoci mia sorella ci ero stato più volte, ma non avevo mai dedicato del tempo per visitare la zona del centro.
La cittadina mi era sempre apparsa come tranquilla, anche un po' piatta, cresciuta all'ombra dell'imponente porto marittimo industriale.
Con le sue gru di metallo arrugginito, le ciminiere dell'Ilva che sputano nuvole grigie dense dei vapori di fusione dell'acciaio e l'aria densa pregna di una polvere sottile rossa, sembra un mostro intento a mangiare lentamente la città.
Anche questi magnifici due mari dove non mancano di certo i pesci e le coltivazioni di cozze sono sparse a vista d'occhio, soffrono dell'inquinamento delle aziende.
Si percepisce uno strano equilibrio sempre sul margine di rottura, tra il desiderio di spazzare via le fabbriche e l'inquinamento e liberare la città e quello di ringraziale per il loro apporto economico e sociale che mantiene gran parte dell'economia domestica dei cittadini.
Una questione che difficilmente si può risolvere con una scelta radicale e che nessun governo è mai riuscito ad affrontare, ma il nostro motivo di visita non è certo politico, quindi tralasciando la spinosa questione vogliamo dedicarci soltanto ad una permanenza turistica.
Approfittando della sosta obbligata dell'auto dal meccanico, per risolvere il piccolo inconveniente che ci ha fatto viaggiare fin qui con una tanica di trenta litri di acqua da rabboccare nel radiatore ad ogni rallentamento del traffico e dopo ogni sosta, speravamo di visitare qualche monumento.
La versione del meccanico è stata che l'ormai vecchia pompa dell'acqua si fosse spaccata e perdesse tutta l'acqua del radiatore, facendo surriscaldare il motore. Non essendo il mio meccanico e trovandomi lontano da casa, l'unica cosa da fare è stata fidarsi, anche perché un meccanico aperto di venerdì 17 agosto è di per se, un miracolo.
Dopo aver abbandonato l'automobile al suo destino, sotto i ferri di um meccanico sconosciuto, ci siamo incamminati sotto un sole cocente verso il centro storico cittadino.
Sembra un'impresa impossibile trovare un briciolo d'ombra a Taranto quando il sole è alto e le strade sono ampie e disposte sa squadro, in una vasta ed immensa pianura che non offre l'ombra dei monti.
La forte umidità ed il nostro incedere veloce rendevano perfino l'aria irrespirabile, al punto da farci sorgere il dubbio che forse non valeva davvero la pena visitare la città, ma sarebbe stato meglio sedersi al tavolo di un bar ed ordinare una birra gelata.
Il problema però era che da quando sto con Simona e viaggiamo insieme, non riusciamo a staccarci dal nostro folle programma di visitare a tutti i costi tutto quanto c'è di artistico nelle vicinanze.
Le nostre giornate in questa vacanza sono state scandite da almeno una quindicina di km percorsi a piedi ogni giorno, sotto il sole cocente e centinaia in un auto nera in costante ebollizione, per poi crollare a letto, la sera dopo cena quando tutti gli altri vacanzieri si apprestavano ad uscire per adare a vivere la notte salentina.
Il nostro concetto di vacanza era sicuramente diverso da quello di tutti gli altri, niente pomeriggi o mattinate al sole con il cocktail e l'ombrellino, niente serate danzanti in discoteca, ma solo arte e fatica.
Non più notti brave e rientro all'alba come uno straccio, per poi saltare il pranzo e trascinarsi in spiaggia al pomeriggio per un bagno, ma tutto perfettamente organizzato, come una specie di Furio nei film di Verdone.
L'unica cosa comune tra questo nuovo concetto di vacanza e quello giovanile è la stanchezza, alla fine ci si riduce sempre ad uno straccio.
Che io sappia nessuno torna da una vacanza veramente riposato, o forse lo fanno quelli che vanno alle Maldive e restano per una settimana sdraiati in spiaggia o chi va in crociera. In entrambi i casi sono cose che non fanno per me, finirei per annoiarmi il secondo giorno.
A Taranto la sfida da affrontare era la strada, il caldo intenso, il sole e superare le vie del centro moderno, quelle piene di negozi e passeggiatori che facevano avanti ed indietro le vasche sul corso principale.
Fino al ponte girevole, quasi niente ci è sembrato veramente interessante e storico, quindi la nostra visita è cominciata dopo aver attraversato il ponte.
Questo ponte girevole in ferro, pare sia un'attrazione turistica, si apre al centro lasciando passare le navi e paralizzando la via principale di accesso alla cittadina.
Non ha un aspetto imponente, ne sembrerebbe una di quelle meraviglie architettoniche moderne, ma è qualcosa si abbastanza anonimo che ci lasciamo alle spalle senza troppi problemi.
Subito dopo il ponte, la cosa più interessante che si incontra è l'imponente Castello Aragonese, con le sue torri fortificate, più in basso rispetto al piano cittadino e quindi un po' nascosto.
Purtroppo è di proprietà della marina militare e quindi di visitarlo proprio non ci lasciano alcuna possibilità.
Girando lo sguardo verso la città vecchia si riesce a scorgere quello che resta di un antico tempio greco, due colonne doriche rinchiuse in un recinto.
Stupiti da tutto questo concentrato di arte e storia, riponiamo tutte le nostre speranze nella visita al Duomo.
Attraversiamo i negozi chiusi dei venditori del pesce nella zona del mercato lungo il molo dei pescatori, Dove tutto sembra un ormai chiuso e non ci sono nemmeno più i venditori che sono già tornati a casa.
Nonostante sia decadente, questa parte del porto è stranamente affascinante ed ha qualcosa di romantico, forse perché si respira tutto la vitalità, nonostante il momento di pace.
Decidiamo di inoltrarci lungo le stradine del vecchio centro storico, alla ricerca del famoso duomo.
Le strade della città vecchie sono strette, quasi claustrofobiche, sono strette, piene di cartacce abbandonate in ogni angolo.
Tutto sembra sporco ed abbandonato a se stesso, gli edifici sono logori e consumanti dal tempo, con l'intonaco annerito e staccato in più punti e per fortuna il sole non riesce a penetrare, regalandoci un po' di fresco.
Passo dopo passo, osservo i palazzi che mi sembrano totalmente abbandonati, i negozi sono chiusi e le finestre tutte sbarrate, ci sono pochi passanti ed alcune botteghe semi vuote e buie.
Di istinto sposto la borsa con la macchina fotografica davanti e non mi azzardo a tirarla fuori, anche se devo ammettere che tutta questa decadenza e le pareti bruciate sarebbero potute essere interessanti in foto.
Guardo Simona che percepisce il mio disagio, la afferro per la mano e la trascino veloce lungo le strade, dimenticandomi della sua povera caviglia infortunata.
Finalmente la piccola e stretta stradina sbuca in una piazza più arieggiata, dove al centro c'è il Duomo, è decisamente piccolo e purtroppo anche chiuso.
Invano cerchiamo un cartello che ci spieghi quali sono gli orari di apertura, ma poi ci rendiamo conto che essendo mattina, dovrebbe essere comunque aperto e quindi abbandoniamo la speranza di poterne vedere l'interno.
Delusi decidiamo di incamminarci verso il meccanico per vedere se l'auto è guarita ed è pronta a portarci in giro per la puglia, questa volta passando all'estenro per non rifare le stradine desolate di prima.
Camminando discutiamo di quanto ci abbia deluso questo centro storico ed il fatto che sia abbandonato a se stesso, con la volontà ed un cospicuo investimento di denaro potrebbe diventare un'attrazione turistica, come lo è Trastevere a Roma, o come è adesso Bari vecchia.
Basterebbe ripulire i palazzi, riparare quelli troppo danneggiati, dare fondi a chi vuole aprire un locale nella zona, pulire i vicoli e mettere un'illuminazione carina, sorvegliare e pubblicizzare la zona, per renderla davvero interessante.
Purtroppo queste cose dipendono molto dalla volontà di chi amministra le città e dal senso civico con cui affronta la propria carica, se non si ama la città si finisce per fare mare il mestiere di amministratori del bene pubblico.
Forse preferiscono le vie del nuovo centro ed i locali alla moda, le boutique di moda, piuttosto che la parte più storica.
Tornando dal meccanico passiamo proprio dal centro moderno, dove si concentrano le vie dello shopping, dove girano i soldi e dove i cittadini amano andare in giro.
Ci sono bar, lounge bar, boutique di moda, gelaterie, negozi di giocattoli e ci si accorge che le persone amano molto di più la mondanità rispetto a quanto di storico offre la città.
Con l'auto tornata in perfetta forma, si fa per dire, dato la sua discreta età di 15 anni ed i vari acciacchi, decidiamo di andare via da Taranto e puntare subito verso Campomarino, dove ci aspettano i miei genitori, ed i nipoti e dove il mare saprà ristorarci da questa faticosa giornata.