Il ritorno alla dura realtà...
Una volta a Boston non ci restò che salutare tutti ed andare a riposare
qualche ora, l'indomani mattina avremmo preso il volo per Roma.
Ovviamente riuscì a dormire pochissimo, tra una doccia e la preparazione
delle valige, andai a sdraiarmi sul letto che erano già le 4:35, ma alle 8:00 mi sarei
dovuto alzare.
Gli occhi non vollero saperne di chiudersi subito e restai per un po' a guardare il soffitto rettangolare di quella
piccola stanza del collage di Brandais a Boston, poi per fortuna mi spensi.
Riuscì a dormire qualche ora, almeno fino a che la sveglia non mi riportò nel mondo dei vivi, dopo pochissimo tempo che mi ero addormentato.at
Stanchi ci trascinammo con a seguito le valige verso l'aeroporto, dopo un'ultima riunione di saluti con caffè americano a casa di un
nostro amico. Ovviamente tra coincidenze varie, arrivammo in aeroporto 10 minuti
prima della partenza del volo, e dopo una corsa esagerata, la prima cosa che ci
fu detta al check in dei bagagli, fu che il volo era già stato chiuso. L'avevamo perso e non c'erano speranze di cambiare la situazione.
Potete immaginare cosa significa per un ragazzo italiano, che è andato la prima volta all'estero investendo tutti i pochi
risparmi sul conto, perdere il volo di ritorno per l'italia e doverne ricomprare uno nuovo, una tragedia.
Poi però è successa una cosa stranissima, non so che differenza sostanziale ci sia tra un italiano ed un americano di
Boston, ma una cosa è certa, gli americani di Boston cercano sempre di fare tutto il possibile
per aiutarti, infatti, arrivò un uomo di mezza età, circa 55 per darvi un'idea,
che avendo ascoltato quanto accaduto, ci disse di aspettare un attimo.
Parlo con le hostess e fecero partire una serie di telefonate, dopo di che ci
dissero di recarci al gate dell'aereo e di lasciare direttamente lì i bagagli.
Noi ubbidimmo e ci presentammo al gate, dove una hostess che ci stava aspettando ci fece accomodare in prima classe.
L'aereo era fermo li, con dieci minuti di ritardo rispetto all'orario di partenza,
soltanto per aspettare noi e i nostri bagagli.
Era la prima volta che viaggiavo in prima classe su un aereo, e la prima
volta che osservavo un decollo così strano, un'ascesa molto movimentata, con
perdita di quota improvvisa che mi è sembrata molto simile ad uno stallo, ma per
fortuna tutto è andato bene, ho bevuto succo d'arancia in un bicchiere che
sembrava di cristallo e ci hanno portato una colazione davvero buona.
A Detroit non è successo niente di particolare, e abbiamo atteso annoiati e
disgustati dal pensiero di dover tornare in Italia l'aereo per Roma, discutendo
a lungo sul sistema americano e quello italiano. Nel viaggio di ritorno per
casa, quelle otto ore d'aereo mi sono sembrate interminabili, e quei due film
trasmessi nel tragitto erano gli stessi identici film trasmessi all'andata, ma
non appena arrivati in Italia, ci rendemmo subito conto di quanto fosse orrendo
il nostro paese.
Infatti a termini cercavamo il treno per Napoli che fu segnalato in partenza
dal binario 17 anziché 13, ci recammo così sul quel binario e prendemmo posto
sul treno, era la domenica di pasqua ed il treno si riempi completamente, ma
pochi minuti prima della partenza ecco un nuovo annuncio, il treno per Napoli
era in partenza dal binario 13 e non dal 17 come precedentemente annunciato,
così ci fu il solito caos , una folle massa di persone che prendevano
rapidamente i bagagli e si lanciavano dal treno per raggiungere un posto a
sedere sull'altro treno.
Che bella che è l'Italia, se pensate che per me che sono ragazzo è stata
davvero una sfacchinata tremenda il cambio di treno, figuratevi cosa debba
essere stata per le persone anziane che c'erano, ma che vogliamo farci, la
pubblicità dice che i treni sono puntuali comodi, c'è sempre posto... forse si
riferisce ad un paese ideale che non è di certo questo.
A conti fatti non so quanto positivo possa essere stato questo viaggio per
me, ora sono molto più triste, consapevole che ci sono posti migliori, che
funzionano meglio, dove si vive meglio dove la gente è diversa e viene da tutto
il mondo, posti in cui mi piacerebbe vivere, ma la realtà e che per ora sono qui
e devo viverci, a meno che la fortuna non decida di metterci la sua mano…
Come ultima cosa vorrei ricordare le persone che o conosciuto, sono stati
davvero eccezionali, ci hanno ospitato nelle loro case e si sono fidati di noi,
si sono dimostrati molto disponibili e sinceri, e credo abbiano fatto il
possibile per farci divertire, io credo che non li dimenticherò mai, così come
non dimentico tutte le persone che conosco e che si dimostrano essere dei veri
amici, grazie.